Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Libretto di Emanuel Schikaneder
Direttore: Gabriele Ferro
Regia: Roberto Andò
Scene e luci: Gianni Carluccio
Costumi: Nanà Cecchi
Assistente alla regia: Riccardino Massa
Assistente alle scene: Sebastiana Di Gesu
Maestro del coro: Piero Monti,
Maestro del coro di voci bianche: Salvatore Punturo
Allestimento del Teatro Massimo e del Teatro Regio di Torino
Palermo, Teatro Massimo dal 21 al 27 ottobre 2015
"Il flauto magico" firmato dal regista palermitano Roberto Andò, in programma dal 21 al 27 ottobre al Teatro Massimo di Palermo, è una fiaba ambientata in un Egitto immaginario scandita dalle prove iniziatiche di Tamino, Papageno e Pamina ma è al contempo un viaggio surreale e un percorso esistenziale fatto di alternative e dilemmi tutto teso alla conquista finale del bene e dell'amore. Molteplici sono le chiavi di lettura del Singspiel mozartiano. Per questo allestimento, nato nel 2001 al Teatro Massimo e riproposto al Teatro Regio di Torino e al Lirico di Cagliari, il regista predilige una versione che, pur evocando simboli illuministici e massoni presenti nell'opera mozartiana, punta sull'aspetto favolistico, giocoso e chimerico. Una lettura che convince il pubblico anche grazie all'apporto determinante dell'impianto scenico essenziale ed efficace di Gianni Carluccio, (curatore anche delle luci), e dei costumi di Nanà Cecchi. Su fondali di un blu intenso, grigio e oro si muovono animali dall'aspetto fiabesco, nella forma dell'enorme serpente chiomato dell'inizio o in quella di leoni, elefanti, coccodrilli e gufi, attratti dal flauto di Tamino. I protagonisti, guidati da una regia lineare e tutta giocata sulla leggerezza, scendono in platea, a cominciare da Papageno che fa il suo ingresso tra gli spettatori con un fare ammiccante e scherzoso e perfino abbracciando il direttore d'orchestra.
Nel cast primeggiano il Papageno del baritono austriaco Markus Werba che ad un'interpretazione vocale sicura e naturale associa una formidabile presenza scenica e la Pamina della palermitana Laura Giordano dal timbro dolce e voluminoso, capace di raffinate sfumature espressive.
Accanto a loro figura un altro interprete palermitano, il tenore Paolo Fanale nei panni di Tamino, dotato di una vocalità corposa ma la cui interpretazione scenica è un po' statica. Una certa fissità ha caratterizzato anche l'interpretazione di Andrea Mastroni in Sarastro e di Cornelia Goetz nella Regina della Notte che affronta tuttavia con sicurezza le difficili arie virtuosistiche e il registro sopracuto. Sul podio il direttore Gabriele Ferro predilige un'orchestra dall'organico ridotto, nel rispetto filologico dell'originale compagine settecentesca mozartiana, facendo risaltare i contrasti dinamici e la levità del capolavoro mozartiano. Alla fine, lunghi applausi per tutti.
Repliche fino al 27 ottobre.
Marta Romano