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Lessico del Cinema Italiano. Forme di rappresentazione e forme di vita - vol. 1 - a cura di Roberto De Gaetano

lessicopescea cura di Roberto De Gaetano
LESSICO DEL CINEMA ITALIANO. FORME DI RAPPRESENTAZIONE E FORME DI VITA - vol. 1
Mimesis, Milano-Udine, euro 48.00, pp.536
(CINEMA - Alberto Pesce)

Sette voci, ciascuna a largo respiro con abbrivio da un film recente per dilatare in un'arcatura storica di 25 film d'epoca, sono il primo dei tre volumi di un corposo "Lessico del cinema italiano".
Amore ( Roberto De Gaetano), è "immagine di un sentimento" che variamente impatta con "la società e la sua tenuta (nella commedia) o la sua sostanziale sconfessione (nel melodramma)". Bambino (Emiliano Morreale) visione d'infanzia "opzione fondante dello sguardo" e insieme riflessivo "ritorno di un rimosso psicologico e sociale". Colore (Luca Venzi), discorso su una cromatica "modellizzazione" variamente giocabile tra "nascondimento, configurazione, trasfigurazione". Denaro (Marcello Walter Bruno), dritto o rovescio, ricchezza o povertà, pur sempre "parte integrante – e non solo di risonanza" di una via via cangiante dialettica capitale/lavoro. Emigrazione (Massimiliano Coviello), ventaglio di una "cartografia delle estetiche dello spostamento", specchio di "storie dei popoli che hanno fatto l'Italia". Fatica (Federica Villa), sia peso, lavoro, casualità, destino, "segno che contraddistingue come individui, ma al contempo salda reciprocamente agli altri". Geografia ( (Francesco Zucconi), terra, aria, acqua, fuoco, nord-sud, città- borgate, forme di rappresentazione di una "immagine critica" del nostro Paese.
Delle varie voci è premessa-quadro il saggio di De Gaetano, dal cinema del ventennio fascista "arte popolare indisponibile alla retorica" al neorealismo del dopoguerra, "incontri con l'umano oltre ogni maschera, oltre ogni illusione", da film anni 60 tra "presenza eccessiva della vita" e "sempre più pervasiva pulsione di morte" a quelli anni 70 col reale "esautorato di ogni dimensione simbolica", dal western alla Leone "nudo immaginario" a La grande bellezza di Sorrentino, "destrutturazione di immaginari consolidati e loro ricombinazione".

Alberto Pesce

 

 

 

Ultima modifica il Lunedì, 25 Maggio 2015 12:56

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