venerdì, 29 marzo, 2024
Sei qui: Home / Cinema / I film liberano la testa. Rainer Werner Fassbinder a cura di Jaurès Baldeschi

I film liberano la testa. Rainer Werner Fassbinder a cura di Jaurès Baldeschi

I film liberano la testa. Rainer Werner Fassbinder a cura di Jaurès BaldeschiJaurès Baldeschi (a cura di)
I FILM LIBERANO LA TESTA. RAINER WERNER FASSBINDER
Circolo del Cinema Angelo Azzurro, Castelfiorentino, pp. 112, s.i.p.
(CINEMA - Alberto Pesce)

"I film liberano la testa". Con questo titolo perentorio, il tedesco Rainer Werner Fassbinder siglava un capitolo dedicato ad un film di Douglas Sirk. Ed è titolo scelto per un libro-omaggio del Circolo del Cinema Angelo Azzurro di Castelfiorentino all'opera di Fassbinder, morto nel 1982 a 36 anni, uomo di spettacolo irriverente e caustico, di una prolificità quasi patologica.
Otto saggi critici ne rivedono disincanto d'anima e arrovellata poetica. Come, lasciando "che il sociale trapelasse nel personale", ha fatto dei suoi film metaforici specchi "in continua lotta con le mille facce di se stesso" (Jaurès Baldeschi). Perché fosse così appassionato di melò, con personaggi che "si fanno irretire dai ruoli di una finzione che diventa, pericolosamente, la vita vera"(Davide Ferrario). Come l'ammirazione per il gioco dei sentimenti nel "metodo sirkiano" debba coniugarsi con "quello brechtiano" dell'analisi che spinge alla riflessione (Gualtiero De Santi). Quanto Il matrimonio di Maria Braun tra "storia di un amore spezzato dalla guerra" e "riflessioni sulle condizioni di vita del dopoguerra" sia un modo di vedere la Grande Storia senza trasgredire classiche convenzioni di racconto. (Luisa Ceretto). E Despair invece, marchi "distanza invalicabile fra il personaggio e lo spettatore" (Roberto Chiesi). E con Il diritto del più forte, dinamiche di sfruttamento capitalistico, faccia un film-da-camera, "prevalente memoria di interno" (Tullio Masoni). E con La terza generazione sul terrorismo si butti sul politico, "figlio ma non prigioniero del '68" (Alberto Zanetti). E infine, a inqadramennto dell'estetica fenomenologica di Fassbinder, come il regista ami esprimersi "attraverso la voce del mondo femminile", e nella ricerca di senso-significato quanto "la fiamma emotiva" si differenzi da quella del cinema di Antonioni.

Alberto Pesce

Ultima modifica il Venerdì, 27 Giugno 2014 12:09

Iscriviti a Sipario Theatre Club

Il primo e unico Theatre Club italiano che ti dà diritto a ricevere importanti sconti, riservati in esclusiva ai suoi iscritti. L'iscrizione a Sipario Theatre Club è gratuita!

About Us

Abbiamo sempre scritto di teatro: sulla carta, dal 1946, sul web, dal 1997, con l'unico scopo di fare e dare cultura. Leggi la nostra storia

Get in touch

  • SIPARIO via Garigliano 8, 20159 Milano MI, Italy
  • +39 02 31055088

Questo sito utilizza cookie propri e si riserva di utilizzare anche cookie di terze parti per garantire la funzionalità del sito e per tenere conto delle scelte di navigazione. Per maggiori dettagli e sapere come negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie è possibile consultare la cookie policy. Accedendo a un qualunque elemento sottostante questo banner si acconsente all'uso dei cookie.

Per saperne di più clicca qui.