Gianfranco Casadio Settant'anni di film "storici" del nostro cinema, dal Medio Evo al Risorgimento, spesso pseudo-storici perché solo avventurosi, Gianfranco Casadio ne inquadra repertorio, 386 schede con credit, cast, trama e giudizio critico, su nove categorie, per ciascuna con vari sottoparagrafi anche in rapporto a stilemi d'epoca o poetiche d'autore. Comincia da "Le dame, i cavalieri, l'arme e gli amori" tra signorotti tipo i Borgia o i Medici e varietà di intrighi, due volte 1934 e 1954 II Cardinale Lambertini, e 1949 e 1974 Cagliostro!. E approda ad "Amori e avventure tra romanzo, parodia, erotismo", ventagliando tra film salgariani, pirateschi, decamerotici, canterburiani, e "sollazzevoli" di giochi proibiti e notti peccaminose, tra cui ben tre di Pasquale Festa Campanile (La cintura di castità, La Calandria, Jus primae noctis). In mezzo, Casadio si focalizza su "eroi di mille avventure" chissà perché da Il fornaretto di Venezia a Il leone di San Marco quasi tutti d'ambientazione veneziana. Poi, su donne più o meno madonne "vittime e eroine", tre Beatrice Cenci, ben quattro La monaca di Monza. Su intrighi tra "il diavolo e l'acqua santa" scriminando a parte film di "grandi firme" (Camerini, Lattuada, Monicelli, Comencini, Scola, Pasolini, Fellini). Su "avventure orientali" di crociati e saraceni, tra cui anche La Gerusalemme liberata di Carlo L. Bragaglia. Su storie d'altrove tra Nibelunghi, Mongoli, Tartari, Vichinghi. Su pirati e corsari e loro arrembaggi e duelli, con cui si sbrigliava Domenico Paolella (I pirati della costa, Il terrore dei mari, Il giustiziere dei mari, Le prigioniere dell'isola del Diavolo, Il segreto dello Sparviero Nero). Su dislocazioni in costume più o meno fantasiosamente ristrette in un Ottocento di stampo napoleonico, anche se pre o post. Alberto Pesce |
Ultimi avventurieri (Gli). Il film storico nel cinema italiano di Gianfranco Casadio
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