Stampa questa pagina

ZIMMERMANN TRIO - coreografia Tero Saarinen

"Zimmermann Trio", coreografia Tero Saarinen. Foto Chiara Ferrin "Zimmermann Trio", coreografia Tero Saarinen. Foto Chiara Ferrin

coreografia Tero Saarinen,
una creazione sul concerto per violoncello "en forme de pas de trois" (1966) di Bernd Alois Zimmermann,
interpreti della Tero Saarinen Company: Auri Ahola, Misa Lommi e David Scarantino,
debutto il 19 gennaio 2018 presso la Walt Disney Concert Hall di Los Angeles,
orchestra diretta da Susanna Mälkki e violoncello solista Robert deMaine.
Anteprima al Teatro dei Segni, Modena, il 23 e 24 novembre 2017

www.Sipario.it, 30 novembre 2017

Il festival modenese Trasparenze, nato nel 2012, la cui attività finora si evidenziava soprattutto durante la rassegna primaverile e, durante l'anno, in una intensa attività laboratoriale con scambio di competenze e unione di esperienze, puntando sulla contaminazione tra linguaggi e pubblici differenti, oggi cambia connotati aggiungendo una programmazione teatrale che prevede sei compagnie da novembre a marzo. La novità di rilievo è rappresentata dall'apertura alla danza con la formula della residenza artistica negli spazi del Teatro dei Venti, sede della compagnia omonima. Grazie alla collaborazione con Ater l'avvio della nuova formula ha permesso di ospitare il coreografo finlandese Tero Saarinen con la sua assistente Sini Länsivuori e i danzatori della sua compagnia Auri Ahola, Misa Lommi e David Scarantino, lavorando su un nuovo progetto di danza che avrà la sua prima mondiale a Los Angeles presso la Walt Disney Concert Hall il prossimo gennaio. Commissionata dalla Los Angeles Philharmonic la creazione dal titolo Zimmermann Trio nasce sul concerto per violoncello en forme de pas de trois (1966) di Bernd Alois Zimmermann. Il risultato di questo lavoro è stato mostrato in anteprima durante una prova aperta che ha permesso al pubblico di conoscere anche il metodo di lavoro del coreografo presentato prima dello spettacolo, con la possibilità subito dopo di approfondire la storia artistica del coreografo in un dialogo con il critico di danza Marinella Guatterini.
Ex danzatore del Finnish National Ballet, dal 1996 alla direzione della compagnia che porta il suo nome, e coreografo per altre compagnie europee, Tero Saarinen lo ricordiamo specialmente tra le fila di Carolyn Carlson, la quale affidò a lui la rivisitazione in chiave maschile di Blue Lady, il mitico assolo creato per il Teatro La Fenice di Venezia nel 1983, un percorso a ritroso nella memoria che rappresentò il vertice della maturità artistica della celebre coreografa californiana Autore di creazioni originali come Le Sacre du printemps e Petruska, artista da sempre attento all'interazione dei diversi linguaggi artistici - musica, canto, video, arte figurativa – Tero ha sviluppato negli anni una propria modalità di lavoro e uno stile che ha origine dalla sua formazione classica e contemporanea, passando dal Butho con le teorie di Kazu Ono al Kabuki. il suo linguaggio coreografico unico e originale, gioca con l'equilibrio e la sua perdita, e nasce dal concetto principale che "l'artista non deve eseguire il movimento ma essere il movimento stesso". La tecnica sviluppata da Saarinen ha un approccio olistico, che unisce pensiero, corpo, ed energia, alla ricerca di un movimento che nasca dall'interno e si apra verso l'esterno per arrivare al pubblico. Una sorta di "consapevolezza spirituale" che ha radici a terra, che sale dai piedi verso l'alto aprendosi a 360°. Come un albero. In questo movimento delle braccia in più direzioni il danzatore sembra raccogliere tutta l'energia possibile da trasmettere poi dalle mani verso il fuori. A questo esercizio fluido si aggiunge lo spostamento del peso corporeo, prima lento poi veloce, da un punto all'altro dello spazio, con un attraversamento che porta in sé l'idea del viaggio. Un movimento espansivo ed estensivo che mette il corpo in uno stato di allerta, teso ad esplorare infinite possibilità e direzioni. Su questa consuetudine di metodo il coreografo ha costruito il suo nuovo lavoro Zimmermann Trio. Ispirato alla vita del compositore tedesco Zimmerman, alle vicende dolorose che lo hanno visto vivere l'esperienza della depressione fino al suicidio, il lavoro vede in scena tre persone, un nucleo famigliare che vive la partenza di una delle tre. Dislocati su tre triangoli distanti l'uno dall'altro, con al centro, prevista, un'orchestra di violoncelli, in un dialogo stretto con la musica, i tre agiscono nell'impossibilità di incontrarsi. Ciascuno si muove verso l'altro; insieme si fermano, riprendono, si allontanano lasciando posto a singoli assoli che trasmettono un senso d'impotenza. Quando l'incontro avverrà sarà un intreccio di braccia e di mani nel fluire intenso di gesti che vibrano cercando appigli, mentre l'uomo striscia portando nella gamba una sorta di protesi che simboleggia un'armatura: estensione della sua mente, prolungamento del suo pensiero, arma di difesa dal mondo, o il peso, forse, del dolore dell'anima. La musica sulla quale Saarinen ha lavorato sembra nata proprio per essere coreografata. E ciò non risulta strano considerando che Zimmermann, noto soprattutto per l'opera teatrale Die Soldaten (1965), ha composto oltre a musica strumentale e corale, liriche, pezzi per vari strumenti, musica da camera, anche per film e per balletti. Un compositore che rimane poco conosciuto, ma da scoprire, del quale nel 2018 ricorrono i cento anni dalla nascita.

Giuseppe Distefano

Ultima modifica il Domenica, 03 Dicembre 2017 10:26

Articoli correlati (da tag)

Questo sito utilizza cookie propri e si riserva di utilizzare anche cookie di terze parti per garantire la funzionalità del sito e per tenere conto delle scelte di navigazione. Per maggiori dettagli e sapere come negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie è possibile consultare la cookie policy. Accedendo a un qualunque elemento sottostante questo banner si acconsente all'uso dei cookie.

Per saperne di più clicca qui.