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SUIVRONT MILLE ANS DE CALME - coreografia Angelin Preljocaj

Suivront mille ans de calme Suivront mille ans de calme Coreografia Angelin Preljocaj

coreografia Angelin Preljocaj
musica Laurent Garnier (ad eccezione de Les Anges di Benjamin Rippert e Sonata al Chiaro di luna di Beethoven - Mixaggio Scan X), scenografia Subodh Gupta, costumi Igor Chapurin, luci Cécile giovanili; assistente alla direzione artistica Youri Van den Bosch, maitre Natalia Naidech, coreologo Dany Lévêque
Ballerini: Yacnoy Abreu Alfonso, Sergi Amoros Aparicio, Virginie Caussin, Gaëlle Chappaz, Fabrizio Clemente, Baptiste Coissieu, Carlos Ferreira Da Silva, Sergio Diaz, Céline Galli, Natacha Grimaud, Jean-Charles Jousni, Céline Marié, Nuriya Nagimova, Lorena O'Neill, Fran Sanchez, Nagisa Shirai, Anna Tatarova, Patrizia Telleschi, Julien Thibault, Yurie Tsugawa, Nicolas Zemmour
Spettacolo inizialmente creato in collaborazione con il Teatro Bol'šoj nell'ambito dell'Anno Francia-Russia 2010
al teatro Ponchielli di Cremona, 15 gennaio 2012, prima nazionale

www.Sipario.it, 28 febbraio 2012

L'Apocalisse di Angelin Preljocaj è un susseguirsi di situazioni, è un racconto per immagini di grande nitore estetico, di perfezione coreutica in cui l'occhio dello spettatore si perde bulimico di emozioni. Questo accade nell'impeccabile – anche troppo – e algido Suivront mille ans de calme, coreografia composta nel 2010 per l'anno della Russia e su commissione del Bolshoi per celebrare il rapporto fra Francia e Russia, appunto. Questa committenza è in parte ravvisabile nella costruzione stessa di Suivront mille ans de calme, nella freddezza estetica di uno spettacolo ineccepibile con una compagnia in forma smagliante e una narrazione emotiva che non stanca, che stuzzica lo sguardo dello spettatore con un'abilità compositiva indiscutibile, costruita a tavolino, macchina da guerra e di emozioni che rapisce, conquista, esalta e strazia per la sua bellezza. L'Apocalisse del coreografo franco-albanese è gestita da una ventina di ballerini che danzano l'amore e la guerra, il sogno giovanneo, il velo che si alza sulla realtà e alla fine la speranza di una pace che è calma, che è l'istante eterno della condivisione col mondo e - per chi crede - il ricongiungersi a Dio.. Gli elementi mobili disegnati da Subodh Gupta costruiscono e delimitano lo spazio, muro da valicare, prigione, barriera e pertugio, muro contro cui l'amore diventa violenza. Scene corali si alternano con abilità a pas de deux che mettono in scena la relazione erotico/amorosa – bellissimo e potente il passo a due omosex –; un lavorare per coppie che trova il suo legame angelico ed evangelico nella presenza di due angeli che mettono ordine, che legano la coralità di un mondo che è visione e aspirazione al divino, all'eterno. Ciò si accompagna a Les Anges di Benjamin Rippert e alla Sonata al Chiaro di luna di Beethoven, lirismo agito, pausa nel ritmato tessuto musicale firmato da Laurent Garnier che dà abito sonoro alla visionaria apocalisse contemporanea di Preljocaj in cui echi accademici e gestualità contemporanea sono un tutt'uno armonico, bello, perfetto, commovente. E allora si rimane a bocca aperta davanti alla scena del libro, che cita testualmente il testo giovanneo nel capitolo intitolato il libretto ingoiato. Sanno di fulmini le catene che cadono come frecce scagliate da un dio, si trattiene il respiro nell'apocalittico scontrarsi di mondi, di uomini e donne fasciati in bandiere, tableaux vivant di quadri di massacri senza tempo che ricordano e sembrano un richiamo a Description d'un combat di Maguy Marin. E in Suivront mille ans de calme di Preljocaj mette a sintesi tanta danza vista, dalla Bausch a Cunningam, in un mix che ti porta in overdose anche nella scena finale in cui il lavare e stendere le bandiere dei paesi del mondo strizza l'occhio alla retorica e l'ingresso di due agnellini con il loro argentino belare cozza contro la freddezza calcolata di quasi due ore di racconto, un effetto ossimorico che colpisce e alla fine rappacifica. In Suivront mille ans de calme Angelin Preljocaj ha messo tutto il suo sapere coreografico, ha accumulato materiali, immagini, situazioni con grande abbondanza, con un atteggiamento divorante e divoratore che stordisce e inebria.

Nicola Arrigoni

Ultima modifica il Venerdì, 15 Marzo 2013 17:19
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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