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REGINA DEL GHACCIO (LA) - regia Maurizio Colombi

"La regina del ghiaccio", regia Maurizio Colombi "La regina del ghiaccio", regia Maurizio Colombi

ispirato alla Turandot di Giacomo Puccini
regia Maurizio Colombi
musica Davide Magnabosco, Paolo Barillari, Alex Procacci
testo Maurizio Colombi, Giulio Nannini
con Lorella Cuccarini, Pietro Pignatelli, Simonetta Cartia, Sergio Mancinelli, Valentina Ferrari, Federica Buda, Silvia Scartozzoni, Giancarlo Teodori, Jonathan Guerrero, Adonà Mamo, Paolo Barillari, Flavio Tallini, Laura Contardi
ensemble Luca Contini, Martina Gabbrielli, Filippo Grande, Camilla Maffezzoli, Antonella Martina, Eleonora Peluso, Ivan Trimarchi.
Roma, Teatro Bravaccio dal 4 al 26 marzo 2017

www.Sipario.it, 20 marzo 2017

Liberamente ispirato ad una fiaba persiana, prima ripresa da Gozzi e poi diventata fonte d'ispirazione per la Turandot di Puccini, La Regina di Ghiaccio incanta il pubblico del Teatro Brancaccio distinguendosi per originalità e potenza creativa. Una novità assoluta, totalmente nostrana, frutto del coraggio e dell'inventiva di un gruppo che ha fatto della commistione di generi un'insindacabile punto di forza.
La trama della Turandot é il terreno in cui penetrano le radici di questa storia: in un'antica Cina governata dall'imperatore Altoum, padre di Turandot, vive la Principessa che, pur di non sposarsi, sottopone i suoi sfortunati pretendenti a tre inestricabili enigmi, pena il taglio netto delle loro teste. L'arrivo inaspettato del Principe Calaf sradica e ribalta la situazione ponendo la Principessa davanti ad un'oscuro indovinello.
Ma La Regina di Ghiaccio si sviluppa in modo decisamente più articolato, inserendo una vasta gamma di personaggi inventati che provengono da tempi e mondi diversi e che rendono la vicenda molto affascinante agli occhi di un pubblico eterogeneo: Colombi e Nannini accostano al fianco di Turandot (Lorella Cuccarini) Principessa dallo sguardo gelido in grado di condannare tutti gli uomini al binomio amore-morte, un Calaf (Pietro Pignatelli), Principe dalle sconosciute origini, il cui nome racchiude Calore, Amore e Fuoco, che, in questa versione, rimanda a Shakespeare e che si distingue per un carattere complesso, spaziando dall'immaginario dell'innamorato sfrontato e temerario alla figura del giovane straniero impacciato e disorientato dagli usi e costumi del luogo; tre ammalianti streghe, Tormenta (Valentia Ferrari), Gelida (Federica Buda) e Nebbia (Silvia Scartozzoni) che inesorabilmente alimentano la solitudine del cuore di Turandot, poi Ping, Pong e Pang (Giancarlo Teodori, Jonathan Guerrero e Adonà Mamo), tre eunuchi al servizio dell'Imperatore che in stile cartoon alleggeriscono i momenti più controversi e due figure di mezzo che riprendono la mitologia cinese, Yao, signore del Sole e Chang'é, signora della Luna,(Sergio Mancinelli e Simonetta Cartia) apparentemente personaggi bidimensionali che si esprimono a botte di "Dice Confucio.." ma che nell'arco della storia si rivelano come ruoli chiave e di spessore. La particolarità dello spettacolo si estende anche alle musiche composte e arrangiate da Alex Procacci, Davide Magnabosco e Paolo Barillari che attingono ad un repertorio pop e rendono questo Musical assolutamente non convenzionale; pur prendendo le distanze dall'Opera, La Regina di Ghiaccio può vantare alcuni momenti di grande impatto emotivo in cui le rivisitazioni pucciniane emergono grazie alla maestria e sensibilità degli interpreti. Come non citare Nessun Dorma, vero picco emotivo dello spettacolo, in cui Calaf/Pietro Pignatelli si cimenta in una versione riuscitissima del brano e regala con la sua voce avvolgente, il calore e la passione di cui porta il nome, supportato dai delicati interventi di una sognante Turandot/Lorella Cuccarini rivolta alla luna. O la scena delle dodici teste mozzate in cui Paolo Barillari (anche interprete dell'Imperatore Altoum) riscalda la platea con un'esibizione memorabile.
Ed è proprio la variegata forza espressiva degli interpreti ad essere degna di nota: Lorella Cuccarini restituisce, in modo particolarmente fine nelle parti cantate, tutto il tormento di una donna in lotta con se stessa, congelata dalla paura di vivere ed esprimere il suo amore e costretta all'isolamento dai suoi demoni interiori, qui rappresentati dalle tre ancelle, nemiche/amiche della Principessa, straordinarie e potenti come gli elementi che rappresentano. Pietro Pignatelli dona al suo personaggio sfumature irresistibili passando dal fanciullesco, all'uomo d'astuto intelletto fino ad essere l'unico amante in grado di sciogliere l'inverno non solo del cuore della Principessa, ma dell'intero paese. Ma tutto il cast si distingue per l'originalità con cui ogni personaggio è stato caratterizzato, ricordando le sopra citate tre streghe/ancelle Valentia Ferrari, Federica Buda, Silvia Scartozzoni, e gli straordinari Sergio Mancinelli e Simonetta Cartia. Completano il cast Flavio Tallini nei panni del Principe  di Persia, e Laura Contardi in quelli di Zelima.
Le suggestive scenografie di Alessandro Chiti, esaltate anche delle fantastiche videografie di Marco Schiavoni e dall'ottimo disegno luci di Alessio De Simone, ricreano, con pochi elementi evocativi ma particolarmente funzionali, la città di Pechino e il Palazzo Reale, per poi accogliere il plauso del pubblico con la discesa del maestoso albero incantato che avvalendosi del suono di Emanuele Carlucci, avvolge gli spettatori.
I costumi di Francesca Grossi sono assolutamente sublimi nell'esaltare la bellezza di Turandot e a creare quel ponte tra l'Opera e il contemporaneo.
Mentre Rita Pivano, assistita da Francesco Spizzirri, firmano le coreografie dell'ensemble da cui emergono alcuni momenti acrobatici particolarmente apprezzati.
La Regina di Ghiaccio, risulta un'ottima operazione, coraggiosa e inaspettata, e Maurizio Colombi, firma la regia di un risultato armonico e coinvolgente.

D.G.

Ultima modifica il Lunedì, 20 Marzo 2017 21:50

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