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DRESDEN FRANKFURT DANCE COMPANY - coreografia Jacopo Godani


"Dresden Frankfurt Dance Company", coreografia Jacopo Godani "Dresden Frankfurt Dance Company", coreografia Jacopo Godani

Jacopo Godani
Dresden Frankfurt Dance Company

Metamorphers
coreografia, luci, scene e costumi Jacopo Godani
musica Béla Bartók, Quartetto n. 4, eseguita dal vivo da Ensemble Modern (Jagdish Mistry violino, Diego Ramos Rodríguez violino, Aida-Carmen Soanea viola, Michael M. Kasper violoncello)

Echoes from a restless soul
coreografia, luci, scene e costumi Jacopo Godani
musica Maurice Ravel, Ondine & Le Gibet da "Gaspard de la Nuit", eseguita dal vivo da Svjatoslav Korolev pianoforte

Moto Perpetuo
coreografia, luci, scene e costumi Jacopo Godani
musica 48nord (Ulrich Müller & Siegfried Rössert)

In collaborazione con Ensemble Modern
coproduzione Dresden Frankfurt Dance Company e Teatro Arriaga, Bilbao
Reggio Emilia, Teatro Municipale Valli 14 aprile 2018

www.Sipario.it, 15 aprile 2018

È la serata del coreografo e ballerino italiano Jacopo Godani, direttore della "Dresden Frankfurt Dance Company", successore di "The Forsythe Company" di William Forsythe. Dresda e Francoforte non sono nuove a Godani. Ha passato lunghi tratti della sua carriera professionale lì, in particolare come ballerino principale nella compagnia di William Forsythe. Da quando ha lasciato Forsythe nel 2000, Godani ha creato opere per le migliori compagnie di danza e nel 2015 è ritornato di nuovo alla compagnia di danza di Francoforte per prenderne le redini. La transizione è stata una sfida: lo stile della compagnia era estremamente diverso, pur nell'aderenza al rigore tecnico e formale, e non c'era certo l'assicurazione che i ballerini sarebbero rimasti.
 Con il suo nuovo cast Godani ha iniziato a fare ciò per cui è diventato famoso, mettere la danza al centro della danza. Le sue coreografie si concentrano sul puro movimento, lasciando che il corpo racconti una storia, o un pensiero, o un'emozione o una sensazione senza distrazioni o abbellimenti. Il suo obiettivo artistico è quello di produrre un vibrante linguaggio coreografico basato sul virtuosismo della sua espressione e sulla sfida fisica del lavoro dei ballerini. Nella sua proposta coreografica l'eredità della danza tradizionale converge con il pensiero contemporaneo. Non usa i costumi e le luci come integrativi estetici, certo ci sono e sono parti integranti importanti per l'azione scenica, ma la ricerca di Godani si concentra sulla danza e la coreografia, visti evidentemente come il linguaggio primordiale dell'essere umano, che ha come lingua il corpo e come vocabolario il movimento. Nell'interpretazione di Godani la danza, come ogni forma d'arte deve essere rispettata per quello che è senza richiedere alcun orpello, dovrebbe riguardare il movimento e l'espressione del corpo.
Il programma presentato al teatro Valli può essere considerato quasi un manifesto della sua concezione artistica, in cui tutto è perfettamente calcolato, superbamente eseguito e trasposto in una lunga ovazione. "Metamorphers", "Echoes from a restless soul" e "Moto Perpetuo" sono un trittico in cui musica e movimento sono strettamente legati, il movimento dei ballerini si intreccia con la musica di Bartok e Ravel, eseguita dal vivo sul palco, e con le luci, dirette ed essenziali.
Metamorphers: la partitura del Quartetto per archi numero 4 di Béla Bártok è incarnata nella coreografia. Questo capolavoro della musica del XX secolo, eseguito dal vivo in modo eccellente dall' "Ensemble Modern", è una coreografia che richiede ai ballerini severità, raffinatezza artistica e velocità incessante. I danzatori formano un corpo ruvido con arti multipli: i gomiti si espandono e le gambe sembrano pugnalare l'aria. All'improvviso l'immobilità perfetta per alcuni istanti, per continuare in seguito con più impeto. Lo spettatore percepisce che qualcosa di meraviglioso e affascinante sta accadendo sotto i suoi occhi con una tecnica raffinata, sinuosa, che segue grandi linee geometriche. È un esercizio di contrasti: da un lato accenti descrittivi, pieni di atmosfere dense e tensione ritmica; e dall'altra le linee fugaci che i corpi disegnano nello spazio del palco. Metamorphers presenta una complessa relazione tra movimento e musica, è una delicata struttura geometrica, simmetrica ai movimenti musicali, costituiti da cinque movimenti a simmetria centrale: il I e V sono simili, come lo sono II e IV, con il movimento III, al centro, più silenzioso e diverso dagli altri.
In "Echoes from a Restless Soul", gli elementi coreografici si fondono nell'affascinante paesaggio di Ondine e Le Gibet, appartenenti al trittico di Gaspard de la Nuit, una composizione per pianoforte solo di Maurice Ravel, eseguiti dal vivo. Dal punto di vista musicale la coreografia si avvale di un'opera di incredibile virtuosismo, in cui Ravel dà vita alle poesie di Bertrand, utilizzando una tecnica di pianoforte innovativa in una forma classica. Gli elementi coreografici di Echoes formano un filo conduttore, fondendosi in un'atmosfera che trascende il tempo e lo spazio. In questa coreografia Godani sceglie di affidarsi ad una gamma di pas de deux e quartetti attraverso i quali presentare combinazioni intricate e infinite di una relazione formale, incarnata dal passo a due. Di carattere più intimo, questi pas de deux eseguiti sulle punte sono il momento clou della serata. L'uso continuo di ondulazioni corporee, l'ampio lavoro di braccia e mani, che punta a contorni inimmaginabili caratterizzano una coreografia che riflette l'approccio classico contemporaneo di Godani, che, pur facendo affidamento sulla tecnica classica, permette con la sua scrittura del movimento una libertà rigorosa ed impeccabilmente formale.
E infine il programma si chiude con "Moto Perpetuo", basato sull'orizzonte musicale elettronico di "48nord" (Ulrich Müller e Siegfried Rössert). Quest'ultimo cameo di venticinque minuti è la splendida coreografia neoclassica che rivela, con appassionata fisicità e precisione matematica, l'essenza artistica e l'identità della nuova compagnia "Dresden Frankfurt Dance Company". È nuovamente una coreografia sorprendente, in cui la tecnica classica del balletto si evolve in una dichiarazione artistica contemporanea. Con sezioni di movimento intenso eseguite dal corpo di ballo al completo, Godani fonde e sublima energia, intensità d'azione, accuratezza formale e precisione matematica in una coreografia che scommette su una danza che stupisce e impressiona il pubblico fin dal primo momento. La complessità tecnica di questa coreografia contrasta con l'enorme semplicità della scena, il palco nero incorniciato da luci al suolo.
Per concludere, Godani fa emergere il massimo delle qualità artistiche e tecniche dei suoi interpreti, con le sue coreografie, che possono sembrare fredde, ma gratificano il pubblico con una grande dimostrazione di intensità, equilibrio, forza e precisione. Come spiega il coreografo stesso, non c'è spazio per fingere di essere artisti. Godani, regista totale di tutti gli aspetti della serata, ha trionfato inequivocabilmente.

Giulia Clai

Ultima modifica il Domenica, 15 Aprile 2018 23:43

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