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CORSAIRE (LE) - coreografia Marius Petipa

Le Corsaire Le Corsaire Coreografia Marius Petipa

musiche: Adolphe Adam e di Léo Delibes, Cesare Pugni, Peter von Oldenburg, Riccardo Drigo, Albert Zabel, Yuli Gerber
coreografia: Marius Petipa
nuova versione: Aleksej Ratmanskij e Jurij Burlaka
con Marija Aleksandrova, Denis Matvienko, Ekaterina Sipulina, Nina Kapcova, Anna Antropova, Anna Nikulima, Anna Tichomirova, Ivan Vasiliev
direttore d'orchestra: Pavel Klinicev
Balletto del Teatro Bolscioi
Orchestra del Teatro Regio
Torino, Teatro Regio, dal 6 al 9 dicembre 2007

La Stampa, 7 dicembre 2007
Avvenire, 11 dicembre 2007
Il Bolshoj nel covo dei pirati
Successo per il balletto di Petipa ricostruito dal direttore Ratmanskij

Il vascello affonda fra i flutti in tempesta, la bella Medora e il corsaro Conrad si salvano su uno scoglio, il pubblico del Regio tira il fiato e si scioglie nell'applauso. E' andata e il tanto atteso Corsaire dopo Londra ha trionfato ieri sera anche al Regio dove il Balletto del Bolshoj ha dispiegato i suoi tesori di bellezza e bravura. Son durate più di tre ore le peripezie dei due giovani amanti danzatori sulle musiche di Adolphe Adam. Alla fine l'amore ha trionfato e il cattivo Birbanto è stato punito in fondo al mare. Ma per arrivare sino a lì, al Regio, si è visto nell'ordine: un mercato di schiavi nella turca Adrianopoli, una prima fuga d'amore di Conrad e Medora, una festa nel covo dei pirati con tradimento, fiori avvelenati e rapimento della bella venduta come schiava al Pascià, una danza con ghirlande delle favorite nell'harem, un'imboscata ai danni di Conrad che tenta di recuperare la sua amata, un matrimonio beffa, una nuova fuga e il naufragio con happy end. E per contorno un pas des sclaves, un pas des éventails, un pas de trois des Odalisques, un lussureggiante Jardin animé e il celeberrimo passo a due che in Occidente ha incominciato a essere conosciuto negli Anni 60 quando lo danzavano Nureyev e Margot Fonteyn. Per il Corsaire nel suo intero bisognava aspettare molti anni. E questo del Bolshoj, frutto di un recente restyling, approda in Italia per la prima volta. La coreografia di Marius Petipa è stata amorevolmente ricostruira dal direttore del balletto e valente coreografo Aleksej Ratmanski che di suo ci ha aggiunto "à la Petipa" alcune parti perdute.

In scena il corpo di ballo maschile è impegnato in balde danze piratesche. Quello femminile trionfante in splendidi tutù bianchi stile fine 800 nel delicato e molto vintage "Jardin animé". E poi un manipolo di solisti da paura. Il biondo ucraino Denis Matvienko e la bruna e brillante Marija Aleksandrova nei ruoli principali, ammiratissimi nel passo a due del primo atto. La piccante Marija Shipulina nei panni di Gulnare. Ma già dalla prima scena il giovanissimo Ivan Vassiliev, 18 anni, nel passo degli schiavi ha dato un saggio di quel che è capace di fare e che si potrà vedere in Don Chisciotte la prossima settimana.

Nel passo a due il bel Matvienko ha danzato con il gonnellino contrariamente a quanto si sarebbe potuto immaginare. Bisogna sapere che il Corsaro è un greco del primo 800 che porta il costume ellenico con il gonnellino come gli euzoni. Ma vuoi che una stella si metta quel ciaffo che rovina la linea e nasconde accessori di pregio? In questo caso sì, Matvienko non ha fatto capricci. Chi li ha fatti è stata la Svetlana Zacharova, che ha dato uno schiaffo al pubblico torinese. Si dice che la divina Sveta sia rimasta a Mosca a festeggiare con Putin la propria elezione alla Duma alle recenti elezioni. Niente da stupirsi, il rapporto stretto fra il balletto e il potere prima imperiale e poi sovietico ha una storia lunga che prende le mosse dai tempi in cui Matilda Kshesinskaja ballava per il futuro Nicola II, per passare attraverso le belle del Bolshoj invitate al Cremlino a danzare per Stalin. Sarà interessante vedere se la divina Sveta sarà ancora in festa al Cremlino fra una settimana quando il 14 dovrebbe ballare con Roberto Bolle nel Lago dei cigni alla Scala. E dire che la parte di Medora così priva di spessore psicologico, ma stracolma di difficoltà danzatorie era perfetta per il suo talento di ballerina decorativa.

Sergio Trombetta

Bolshoi in punta di piedi sulle orme di Petipa

Conquista al Regio di Torino il famoso Corpo di ballo di Mosca con il raro balletto «Il Corsaro» parte di un trittico che include «Don Chisciotte» e «Giselle» in scena fino al 23 dicembre

Prodezze e incanti. È tornato in Italia con il suo prodigioso corpo di ballo, con le sue star splendenti, con i suoi lavori grandiosi, il Bolshoi. Lo ospita il Regio di Torino: ribalta fra le poche che può accogliere e mettere in risalto tutte le qualità di una formazione di danza così imponente e brillante. Sulla scena tre classici amatissimi: Don Chisciotte, Giselle e Il Corsaro, balletto quest'ultimo che ha aperto la lunga tournée (c'è tempo per ammirarlo fino al 23 dicembre) accolto da una platea entusiasta. Era Le Corsaire, la cui fonte è l'omonimo poema di Byron, il più atteso perché titolo mitico e perché da noi pressoché sconosciuto. Sovente nei gala appare, alta e difficile sequenza di tecnica accademica, il Grand Pas de deux, appuntamento di bravura e virtuosismo dei più grandi danzatori (lo fu anche per Nureyev). Peraltro una aggiunta tardiva di questo balletto, di carattere esotico, che racconta la storia romanticissima del corsaro Conrad il quale rapisce la giovane e greca Medora, se ne innamora e poi la sposa dopo varie romanzesche vicende; in agguato anche un finale naufragio.
Nato a Parigi nel 1856, fu il grande Petipa nel pieno della sua gloria nei teatri zaristi a dare consacrazione definitiva a questo balletto, arricchendolo di gemme preziose. Quelle gemme che sono l'arduo Pas des esclaves, il fulgente Pas des odalisques
e il luminoso Grand pas des éventails; ancora la famosa scena del Jardin animé (su musica di Delibes), che riceve magia dai 64 danzatori messi in parata al centro del secondo atto. Fu Petipa a lavorarci a lungo intorno e poi a darvi versione definitiva solo nel 1889. Versione che qui, dato che tutto era andato perduto, viene ricostruita da Alexsej Ratmanskji, che dello stesso Bolshoi è l'attuale direttore, e dallo specialista di balletti d'epoca Jurj Burlanka. Un lavoro dunque di alta filologia, condotto sullo studio attento e premuroso di un mare di materiali d'epoca. E che, impaginato con molta eleganza (anche la scenografia e i costumi sono ammirevoli) viene restituita dalla compagnia russa con magistrale e spontanea diligenza, con una tecnica superba. Non sarà, anzi non è, Le Corsaire un capolavoro. Abbonda la parte pantomimica, è mediocre la musica di Drigo e di altri ancora (qui a dirigere l'orchestra del Regio è Pavel Klinicev), ma lo spettacolo, nonostante la sua lunghezza, lo si guarda affascinati come si guarda una cometa che rapida trascorre nel cielo. Il corpo di ballo, soprattutto la sezione femminile, la più impegnata, è ammirevole per amalgama perfetto. I solisti gareggiano in bravura. Qualche nome fra i molti: Nina Kapcova, Anna Antropova, Anna Nikulima, Anna Tichomirova, Ivan Vasiliev. Sfoggiano bravura, nomi già conosciuti anche da noi, i protagonisti, la sicura Maria Alexsandrova e il solido Denis Matvienko, ai quali va aggiunta l'ottima Ekaterina Sipulina. Tutti a regalare una grande lezione di danza. E di stile.

Domenico Rigotti

Ultima modifica il Lunedì, 22 Luglio 2013 09:46
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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