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CENERENTOLA - coreografia Frédéric Olivieri

"Cenerentola", coreografie Frédéric Olivieri. Foto Francesco Bondi "Cenerentola", coreografie Frédéric Olivieri. Foto Francesco Bondi

Accademia Teatro alla Scala
musica di Sergei Prokof'ev
coreografia di Frédéric Olivieri
con gli Allievi della Scuola di Ballo dell'Accademia Teatro alla Scala
scene di Angelo Sala
costumi di Maria Chiara Donato
con il contributo di allievi ed ex allievi del
Corso per Sarti dello Spettacolo dell'Accademia Teatro alla Scala
luci di Andrea Giretti
assistenti alla coreografia: Leonid Nikonov, Paola Vismara, Tatiana Nikonova,
Maurizio Vanadia, Loreta Alexandrescu, Elisa Scala
Sartoria Pasqualina Inserra (responsabile)
Giulia Giovannelli, Debora Girelli
elaborazione costumi Cristiana Malberti
sculture Fausta Cerizza
Spettacolo realizzato con il contributo degli allievi ed ex allievi dei
Corsi per Truccatori e Parrucchieri teatrali,
Parruccai dell'Accademia Teatro alla Scala
CREMONA, Teatro Ponchielli, 17 febbraio 2018

www.Sipario.it, 18 febbraio 2018

In quel di Cremona, è andata nuovamente in scena la sontuosa "Cenerentola", a cura di una tra le migliori Accademie coreutiche dell'attuale panorama internazionale, a firma del Maestro Frédéric Olivieri. Assistere ad un loro spettacolo è certezza di assoluta tradizione e di rara bellezza per chi ama la disciplina cattedratica, nella sua accezione più nobile, fondata sugli irrinunciabili canoni appartenenti alla secolare testimonianza della "danse d'école". La favola di Cenerentola, è tra le più amate in Russia, tant'è che il debutto ufficiale avvenne, con i primi interpreti Olga Lepeshinskaya e Mikhail Gabovich, al Bolshoi di Mosca la sera del 21 novembre 1945. Il celebre compositore Sergei Prokof'ev affermò: "Ciò che più mi premeva di rendere con la musica di 'Cenerentola' era l'amore poetico tra lei ed il principe, la nascita ed il fiorire del sentimento, gli ostacoli su questa via, la realizzazione di un sogno. Ho cercato di far sì che lo spettatore non rimanga indifferente alla sventura e alla gioia. Ho composto Cenerentola nel solco della tradizione del balletto classico russo". La storia è quella nota di Charles Perrault, con la fiaba della bellissima fanciulla povera ed umile che vive nel ricordo dell'amato padre al fianco dell'arcigna matrigna, delle invidiose sorellastre e nell'incontro con il fulgido Principe. Un capolavoro dell'arte ballettistica dove trionfa la suggestione e il virtuosismo. Tanti allievi in scena, tante sfumature e soprattutto tanta bellezza grazie ai preziosi consigli degli autorevoli Maestri scaligeri assistenti alla coreografia, Leonid Nikonov, Paola Vismara, Tatiana Nikonova, Loreta Alexandrescu, Elisa Scala, Maurizio Vanadia. Inalterata è rimasta la grandiosità rappresentativa che rimanda ad antichi fasti (a cura di Angelo Sala) e ai preziosi costumi di raffinata fattura (a cura di Maria Chiara Donato). Un sottile ed affascinante gioco di rimando, tra sogno e realtà, a sottolineare l'estrema cura dei particolari nelle variazioni, nei passi a due e nelle danze spagnola e araba: autentici pezzi di bravura dove la sfilata di ogni singolo personaggio ha permesso di ammirare la varietà delle acconciature, delle sculture, dei trucchi, delle inventive sceniche e delle funzionali luci. Lo spettatore vive una favola, il quale più che assistere ne sembra farne parte. La capacità dei danzatori allievi, anche dei più giovani è da sottolineare per quanto riescono a rendere naturale ogni movimento, anche quello più complesso, tanto da stupire non essendo loro ancora diplomati, certamente ognuno con i propri limiti dettati dalla tenera età e da un percorso formativo tersicoreo non ancora terminato. Protagonisti della serata: Cenerentola con Camilla Cerulli dell'8° corso, il Principe con Giacomo Migliavacca dell'8° corso, la Matrigna con Lavinia Comelli del 6° corso, le sorellastre con Vittoria Bruno dell'8° corso e Linda Giubelli del 7° corso e l'amico del principe con Alessandro Paoloni del 7° corso e via via tutti gli altri, dai più piccoli ai più grandi supportati da presenza e freschezza interpretativa. Le figure femminili, in primo piano, hanno incarnato la ballerina romantica per eccellenza con il giovane principe elegante e ben dotato. Forse non tutti sanno che "Cenerentola" compare, in oltre trecento varianti nelle tradizioni popolari. La versione più antica ci riporta all'Egitto ma anche nella Cina per mano di Ch'ing-Shih, il quale sottolineava la particolarità dei piedi minuti della protagonista, sinonimo di nobiltà nello "status" locale tant'è che in questo adattamento si enfatizzava il fatto che Cenerentola possedesse "i piedi più piccoli dell'intero regno"; da qui nasce la certezza che il principe si aspetti che una sola ragazza in tutto il reame sia in grado di calzare la scarpina perduta e ritrovata. L'adattamento più noto è quello di Perrault che lo rese meno crudo per la Corte del Re di Francia. Anche sulle scarpette ci sono alcune varianti, da quella di cristallo a quella d'oro: la storia narra una particolarità che la celebre scarpetta di cristallo sia presente solo nella versione francese in quanto una svista nella traduzione letteraria invertì l'originaria scarpetta di pelliccia (vaire) tradotta poi erroneamente in vetro (verre). Cenerentola è presente in ogni angolo del mondo e ogni popolo ha rimaneggiato la favola, in alcuni punti, a seconda della loro cultura e dei loro risvolti storici e sociali. Un mito intramontabile che da sempre sogna e fa sognare intere generazioni... La scena finale, nella versione a cura della Scuola di Ballo Accademia Teatro alla Scala, raggiunge il massimo della spettacolarità, riscuotendo applausi a scena aperta con i due innamorati intenti nel romantico Pas de deux per rafforzare l'incanto della "fiaba delle fiabe" e donare agli allievi l'essenza di una citazione tratta da una delle tante trasposizioni "Voglio svelarti un segreto, un grande segreto che ti aiuterà ad affrontare le prove quando la vita vorrà sottoporti: devi essere gentile e avere coraggio!". Produzione scaligera di successo realizzata grazie alla commissione della Fondazione Bracco, sul palcoscenico dello storico Teatro Ponchielli ha visto il suo ritorno, rivista e riadattata (a distanza di qualche anno dal debutto ufficiale a Milano) in grande stile nell'originalità del libretto di Nicolai Volkov e nella poetica di Frédéric Olivieri, attuale direttore del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala e supervisore della Scuola di Ballo nonché coreografo, il quale riscuote sempre maggiore attenzione come fulcro nella formazione e nel linguaggio del balletto di tradizione, con un occhio proiettato al futuro. Tutti gli assistenti maestri hanno delineato perfettamente il percorso accademico mediante indiscusse competenze acquisite nel corso di carriere d'alto profilo, tramandando la propria eredità pur sapendo rinnovare ogni sfumatura appartenente alla rivoluzione estetica in atto negli ultimi decenni. Gli allievi (e sottolineo non professionisti) selezionati, sicuri nella tecnica e nello scorrimento dinamico hanno saputo diligentemente omaggiare la bellezza, il garbo, le buone maniere e la signorile teatralità, che da sempre contraddistinguono l'istituzione milanese, oggi sotto la responsabilità artistica del Maestro Maurizio Vanadia nel porre in luce e valorizzare le doti dei suoi giovani allievi/interpreti. Uno studio didattico basato sulla forza e sulla velocità ma soprattutto sulla musicalità unita alla coordinazione senza tralasciare la presa di coscienza della fisicità, il potenziamento del salto e la stabilità dell'azione sulle punte con la netta percezione dello spazio, fino al rispetto dei canoni e delle attitudini posturali con la giusta tenuta. Sono stati inoltre chiamati, a buon diritto, all'elaborazione dell'allestimento allievi ed ex allievi dell'Accademia, dai sarti agli scenografi, dai truccatori, parruccai e parrucchieri ai fotografi con il contributo del Corso per Sarti dello Spettacolo. Nel finale, calorosi e festanti applausi hanno accolto in proscenio l'intero ensemble. La versione coreografica e l'artigianalità di Frederic Olivieri permangono un punto fermo per la massima funzionalità dell'allestimento e per il nitore delle linee. La Scuola di Ballo scaligera è foriera di buone maniere nella piena consapevolezza sensibile verso i sentimenti altrui. Essere artisti del domani significa anche possedere buona educazione e osservanza dei dettami sociali ossia conoscere la generosità, l'umiltà, l'accoglienza e l'altruismo. Dal palcoscenico del Ponchielli tutto ciò si è percepito e il classico titolo, riveduto per stile, ha saputo coinvolgere anche lo spettatore meno abituato. Una danza che è alchimia ed "elevazione", di quest'ultima certamente non solo in termini tecnici!

Michele Olivieri

Ultima modifica il Domenica, 18 Febbraio 2018 22:24

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