coreografia di Darius James
Scene: Steve Denton, luci: Chris Illingworth, Costumi: Angharad Spencer, Musiche: David Westcott, Regia: direzione artistica di Darius James
Produzione: con il supporto di The Arts Council of Wales
tour organizzato in esclusiva italiana da Just in Time - Mauro Diazzi
Interpreti: il corpo di ballo del Ballet Cymru/Ballet Wales
con Sam Bishop, Olga Petiteau, Emily Pimm, Iselin Bowen, Aimee Williamson, Helena Cortes, Daisuke Miura, Richard Read, Cormac Murphy, Mandev Sokhi
Trieste, Politeama Rossetti 13 dicembre 2011
I dieci giovani danzatori della Compagnia del Ballet Cymru (Galles), impegnati in Italia per la prima volta in un breve tour, hanno proposto un'edizione singolare de "La bella e la Bestia". Già vincitore del Critics Circle Award, il gruppo prende il nome proprio dalla parola che nell'idioma originale significa "gallese". A guidarlo, spingendolo oltre i confini del balletto classico attraverso appassionate dinamiche corporee, è Darius James (coreografo e direttore artistico). Le pietre miliari della tradizione coreutica sono riprese con sfida innovativa, recuperate nelle loro suggestioni più intimiste, scavate nei loro dettagli chiaroscurali. In questo caso è anche la nuova partitura musicale composta da David Welscot ad aggiungere alla celebre storia quel quid struggente ed inquieto e a rendere lo stile narrativo degli interpreti, a tratti mimetico e didascalico, ancora più particolare.
Trascritta a metà '700 da Madame Le Prince de Beaumont (ispirandosi alla versione di corte del 1740 firmata da Madame Gabrielle de Villeneuve), la fiaba fa parte del nostro immaginario e nel tempo è stata oggetto di varie trascrizioni, da Cocteau a Walt Disney, confrontandosi con diverse forme d'arte.
Ecco che il legame d'amore più incredibile mai raccontato, quello tra Bella, la figlia più giovane, buona e modesta di un mercante, e la Bestia, creatura mostruosa e solitaria, nasce e si corrobora ora sulle tavole del palcoscenico. A vincere è ancora una volta la forza dell'affetto filiale e la volontà di andare al di là delle apparenze per cogliere la purezza di un cuore. Efficaci, oltre alla coreografia emozionante di James che enfatizza il pathos del racconto, anche le videoproiezioni di Matt Wright e Janire Najera, che indugiano soprattutto su un'ambientazione cupa della vicenda (come il giardino e il palazzo magico in rovina), e i costumi di Angharad Spencer. Nel raffigurare la Bestia quest'ultimo ha pensato di servirsi dei trampoli flessibili che usano i paraolimpionici, mettendo alla prova la capacità atletica del coraggioso solista (Mandev Sokhi) che quindi danza e soffre indossando delle protesi insieme ad un ingombrante costume di scheletro ferino.
Un'applaudita prova d'assieme dove spicca anche la leggerezza della Bella di Olga Petiteau.
Elena Pousché