La compagnia DEOS porta in scena la coreografia di Giovanni Di Cicco "Blaubart Blue" che analizza in profondità, accompagnata dalle note dell'opera di Bela Bartok, i mille aspetti e le svariate sfaccettature del termine "blue", sospeso tra malinconia, gioco e oscurità. Lo spettacolo si apre con tutti gli interpreti in scena, non vi sono quinte, il pubblico é completamente coinvolto nell'azione, non viene nascosto nulla, nemmeno i cambi dei vestiti o gli spostamenti, che al contrario sono resi incredibilmente espressivi e utili alla comprensione. Le protagoniste sono le mogli di Barbablù, che mostrano in modo assolutamente inaspettato e di impatto tutte le loro più intime sfumature, dalla gioia al dolore, dall'illusione all'autodistruzione, confondendo i ruoli. Non vi è più distinzione tra il movimento e l'intenzione ma soprattutto non è più possibile capire chi è buono chi è cattivo, chi è preda e chi è predatore, chi è forte e chi è debole. Le mogli di Barbablù diventano solo dei volti, delle sue caratteristiche in carne ed ossa. La porta che ha sempre tentato chi ascoltasse la favola è stata lasciata socchiusa se non spalancata, pur mantenendo degli aspetti misteriosi, rivelando appieno il complesso e intrigante personaggio di Barbablù attraverso una danza altrettanto sfaccettata, fatta di spasmi, equilibrio, armonia e dissonanza. Il pubblico, come si rivela anche nell'incontro successivo con gli interpreti, rimane affascinato dall'atmosfera magica e inquietante creatasi sul palco, specchiandosi in Barbablù e nelle sue mogli, come in un sogno ad occhi aperti.
E SE BARBABLÙ LASCIASSE LA PORTA SOCCHIUSA?
E SE BARBABLÙ LASCIASSE LA PORTA SOCCHIUSA?
Cora Gasparotti, 5A Liceo Coreutico Gobetti Genova
La rivelazione parziale e la rielaborazione di un mistero che ha affascinato e incuriosito tutti durante l'infanzia, questo è ciò a cui assiste il pubblico venerdì 15 gennaio al Teatro dell'Archivolto di Genova.
La Redazione
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