Il balletto in stile contemporaneo s'ispira all'opera lirica di Bela Bartok, "Il castello del duca Barbablù". Differentemente da quello che si pensa leggendo la fiaba, nella scenografia non sono presenti porte ma soltanto due chiavi, alcuni abiti e qualche oggetto. Tutto ciò che accade in scena descrive cosa si sta svolgendo dietro le porte, questo apre un mondo nuovo rispetto a quello che si può immaginare leggendo la favola di Perrault. Nel regno della memoria crudele di Barbablù si affollano apparizioni spettrali di donne che convivono senza mai vedersi. Giovanni di Cicco ha cercato di attualizzare Barbablù affrontando il forte tema del femminicidio, usando talvolta anche la presenza del nudo femminile. Particolare e ricercato è l'uso dello spazio. La rappresentazione è complessa e violenta dal punto di vista psicologico. Il pubblico ha apprezzato molto il balletto che è stato applaudito con entusiasmo dagli spettatori.