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(CINEMA) - "Jurassic World - Il regno distrutto" di Juan Antonio Bayona. - All'alba di una nuova era

"Jurassic World - Il regno distrutto" di Juan Antonio Bayona "Jurassic World - Il regno distrutto" di Juan Antonio Bayona

Jurassic World - Il regno distrutto
di Juan Antonio Bayona
con Chris Pratt, Bryce Dallas Howard, Daniella Pineda,
Justice Smith, Rafe Spall

USA, Spagna, 2018

All'alba di una nuova era

Tutto nacque 25 anni fa con il primo Jurassic Park, creatura artistica di Steven Spielberg, ispirato al romanzo di Michael Crichton. Da allora questa riserva naturale abitata da dinosauri, ricreati dall'uomo attraverso una complessa manipolazione genetica, è entrata nell'immaginario collettivo delle ultime generazioni. Oggi Jurassic World - Il regno distrutto è l'ultimo momentaneo tassello di questo percorso scandito da enormi successi (il primo Jurassic Park è tra i film con maggiori incassi nella storia del cinema), e apporta certamente una novità narrativa non ininfluente: quel regno, dove l'impossibile si era incarnato in queste potenti creature un tempo estinte, scompare, e la mitologia si insinua nel mondo ordinario: i dinosauri sono tra noi.
Come nel primo Jurassic World, i protagonisti sono nuovamente Claire, interpretata da Bryce Dallas Howard e Owen, il sempre brillante Chris Pratt. L'Isla di Nublar sta per essere distrutta dall'eruzione di un potente vulcano. Tutti i dinosauri scompariranno con essa, sommersi dalla lava, almeno che gli esseri umani non trovino un modo per soccorrerli. Il dilemma su cosa fare diventa globale, e una nuova estinzione dei dinosauri è vissuta come la fine di un'era, oltre che un'ingiustizia nei loro confronti.
La dottoressa Claire viene coinvolta da Eli Mills in un'operazione di salvataggio dagli esiti inaspettati, a cui verrà indotto a partecipare anche Owen, indispensabile per recuperare il Raptor super-intelligente Blue da lui cresciuto e addestrato, simbolo di un possibile rapporto di empatia tra l'essere umano e i dinosauri.
Alla regia troviamo Juan Antonio Bayona, regista di The Orphanage, The Impossible e Sette minuti dopo la mezzanotte. Amante delle atmosfere gotiche e fiabesche, realizza un film diviso in due parti: la prima ambientata sull'Isla Nublar, dove i ricordi dei vecchi episodi della saga prendono vita e in cui ammireremo questo luogo sublime e mortale per l'ultima volta; la seconda nel mondo ordinario, e più specificatamente nel castello gotico di Lockwood, terreno visivo su cui il regista spagnolo gioca in casa. Dunque un iniziale ritorno alle origini intriso di un ultimo struggente eco di nostalgia, simboleggiato da un'ultima inquadratura molto commovente dell'isola, a cui segue l'oscurità del gotico coniugata alle riflessioni portate avanti dal genere distopico, quei dilemmi che caratterizzano buona parte dei film di fantascienza. In fondo c'è un legame indiscutibile tra queste bipolarità: la forma del gotico ha da sempre dato corpo ai dubbi della modernità, in particolare alla problematica di un'umanità che vuole sostituirsi a Dio, basti pensare al mito di Frankenstein, che qui riecheggia continuamente. Fino a che punto l'essere umano può spingersi? Quali sono i limiti che si dovrebbe auto-imporre? E quali le sue responsabilità nei confronti della natura e di ogni creatura vivente? Jurassic World - Il regno distrutto accoglie anche le istanze dell'etica animalista e ambientalista, ponendosi questioni morali circa il diritto alla vita dei dinosauri e su come l'essere umano si debba rapportare con questi, creature che inoltre sono espressione di un paradosso, che è ulteriore spunto di riflessione: sono il simbolo della vita stessa, ma che nasce da una modificazione genetica contro natura.
L'estetica del gotico è uno degli elementi che distinguono questo capitolo del franchise dagli altri, grazie alla regia personale di Bayona, che pur adattandosi alle esigenze di un blockbuster americano, preserva in parte la sua autorialità. Il personaggio chiave è quello di Maisie, la nipote di Lockwood, su cui Bayona si concentra particolarmente, attingendo alla sua esperienza nell'adottare lo sguardo dei bambini, quello sguardo che non teme di avventurarsi in realtà fantastiche o di scoprire aspetti del reale che gli adulti non riescono a vedere, o per paura o per una mancanza di sensibilità.
La fotografia è caratterizzata dal gioco tra chiaroscuri, tra luci ed imponenti ombre che si stagliano sui muri avvicinandosi minacciose, simbolo ad esempio di un'oscurità che avanza lentamente, ma inesorabilmente, verso una bambina inerme e terrorizzata nascosta nella sua cameretta, momento allegorico delle paure dell'inconscio e degli incubi infantili, in cui lo stile di Bayona trova il suo apice espressivo.
Il contributo del regista di Sette minuti dopo la mezzanotte alla saga è prezioso nel riuscito tentativo di immergere Jurassic World - Il regno distrutto in atmosfere più fiabesche e dark, restituendo il mondo percettivo di una bambina che esplora il mondo nella sua bellezza e oscurità, scoprendo la paura, ma anche l'amore e l'inestimabile bellezza della natura.

Corinne Vosa

Ultima modifica il Venerdì, 15 Giugno 2018 12:02

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