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Ischia Film Festival 2013 - Una formula vincente di D.G.

L'alfabeto del fiume L'alfabeto del fiume di Giuseppe Carrieri

Il protagonista assoluto di queste undici edizioni dell'Ischia Film Festival è il castello Aragonese che con i suoi spazi, ma oggi si ama dire location, piccoli o grandi, degradati dal tempo, o recuperati con arte, con suoi camminamenti pietrosi, costeggiati da ruvide mura, testimoni di evocative leggende di guerre antiche, assedi, con la luce Ambra di un sole che, stanco della giornata va a coricarsi e prima di tramontare bacia l'agglomerato posto sul cucuzzolo di un promontorio conferendogli colori da cartolina; con il suo unico, ma essenziale, ascensore, che corre su e giù, montacarichi di una umanità assetata di cinema, per tante di quelle volte, visto che ha la forza di sostenere sei persone medie, che tutti provano un brivido da claustrofobia emergente; e non vedono l'ora di raggiungere il giardino terrazza da cui l'occhio si riempie di mare, di sagome, di case su un istmo che penetra dolcemente nelle limpide acque.
Ecco, in questo contesto si vive un festival che sopravvive grazie al l'impegno del suo gentile ed instancabile direttore Michelangelo Messina, coadiuvato dalla sua preziosa collaboratrice, Enni Mazzetta e da un nugolo di graziose ragazze che indirizzano gli spettatori, prima che si perdano in questo labirintico castello.
Il grado di accoglienza, di passione, lo senti con mano. Non mancano i sorrisi, l'affabilità di chi sa quanto è preziosa la gentilezza.
Comunque, se al Castello si hanno momenti entusiasmanti, dovuti al programma e ai rapporti ravvicinati che si stabiliscono con ospiti, giornalisti accreditati, artisti, muoversi per le strade di Ischia e dintorni, per raggiungere il Castello non è facile: il servizio pullman, causa la crisi, è ridotto e le attese si fanno lunghe, i taxi di muovono nel rispetto di una tabella fissata dall'amministrazione comunale e la tariffa minima per ogni servizio e di 20 euro. Chi segue i lavori del Festival, supera sempre l'orario limite notturnl dei bus, per cui dopo alcuni giorni la spesa si fa pesante.
La formula del Festival è ricca di elementi coinvolgenti: momenti dedicati alle interviste pubbliche per "parlare di cinema", alternati ad altri di carattere promozionale per i film in gara, proiezioni di corti, documentari e, infine, film di lungo metraggio.

Ecco i risultati di questa ultima edizione.

Premiati 'L'alfabeto del fiume', 'Margerita' e 'La guerra dei vulcani'. Ad Abbas Kiarostami il Premio Castello Aragonese per la regia. A Jean Sorel premio alla carriera.

Ufficializzati i vincitori dell'undicesima edizione dell'Ischia Film Festival. Il primo premio della sezione documentari è andato a 'La guerra dei vulcani' di Francesco Patierno che a cavallo tra il cinema del reale e il melò porta avanti la narrazione in modo originale, prendendosi il lusso di dirigere, attraverso il montaggio, due indimenticabili dive come Anna Magnani e Ingrid Bergman. La Storia incontra la Settima Arte in un film unico nel suo genere. Un lavoro di grande impatto dunque, che ha conquistato la Giuria, composta da Vittorio Giacci, Giuliana Muscio, Chiara Martegiani, Antonio Capellupo.

Il premio per il Miglior Cortometraggio è andato invece a 'Margerita' di Alessandro Grande, una fiaba moderna che prende vita in una Roma multietnica, mettendo l'uno di fronte all'altro un giovane ladruncolo rom e una violinista italiana. Grande dimostra che il contatto fra due culture, apparentemente molto distanti tra loro, può avvenire attraverso le note di uno Stradivari e la comunicazione universale della musica".

Nella sezione Location Negata trionfa invece 'L'alfabeto del fiume' di Giuseppe Carrieri, film ambientato sulle rive del Gange, location di morte e di fame, in cui un professore illuminato prova a donare un futuro alle nuove generazioni attraverso la cultura. Un documentario importante, che sa trovare il giusto equilibrio tra realtà e poesia.

E' invece Abbas Kiarostami ad aggiudicarsi il Premio Castello Aragonese come miglior regista, per 'Qualcuno da amare'.

Il Premio Aenaria per la miglior scenografia è stato invece assegnato a Rossella Guarna per '11 settembre 1638' di Renzo Martinelli, che narra dell'assedio tenuto a Vienna da parte di trecentomila guerrieri dell'Impero ottomano. Il premio Epomeo per la miglior fotografia va a Arnaldo Catinari per 'Viaggio sola' di Maria Sole Tognazzi, storia di Irene, una quarantenne single che viaggia per il mondo valutando gli standard degli alberghi di lusso.

Nell'ambito del Festival è avvenuta inoltre, la consegna del premio Italian Film Commission al film 'L'intervallo' di Leonardo Di Costanzo e del Foreign Award assegnato in collaborazione con APE (Associazione Produttori Esecutivi), al produttore Donald Rosenfeld per 'Effie', scritto da Emma Thompson.

Menzioni speciali per la sezione location negata 'Dell'arte della guerra' di Luca Bellino e Silvia Nuzzi, a 'Anija – La nave' di Roland Sejko, per la sezione documentari a 'Lovebirds-rebel lovers in India' di Giampaolo Bigoli.

Premio alla Carriera a Jean Sorel per le sue magistrali interpretazioni nei film di maestri del cinema francese, internazionale, ma soprattutto italiano. E per aver contribuito a raccontare la storia e il costume del nostro paese, affidandosi con generosità alle visioni di Visconti, Risi, Lizzani, Bolognini e Loy.

Ultima modifica il Venerdì, 19 Luglio 2013 07:44
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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