FRANCESCO DE GREGORI in concerto
De Gregori Band Live Greatest Hits
Con Francesco De Gregori e Paolo Giovenchi, chitarre, Alessandro Valle, pedal steel guitar,
Carlo Gaudiello, tastiere, Primiano Di Biase, hammond, Simone Talone, batteria e percussioni, Luca Angelici, basso
rassegna Vicenza in Festival – org. DuePunti Eventi
Vicenza, Piazza dei Signori 10 settembre 2021
Se c’è una cosa su cui si è sicuri che riguarda Francesco De Gregori è che i suoi tour di anno in anno non si ripetono mai, la scaletta varia sempre e il cantautore pesca e ripesca canzoni d’annata nel frattempo quasi dimenticate, o non messe in luce abbastanza se non nel momento della pubblicazione del disco che le conteneva. Così è anche in questo De Gregori Band Live Greatest Hits, un concerto dove a parte alcuni classici di sempre (ma solo alcuni, gli altri saranno probabilmente ritrovati nel prossimo tour o in un altro ancora) il musicista ripropone alcune sue canzoni che avevano fatto perdere le loro tracce. De Gregori pare aver sempre voglia di rinnovarsi, e di dare lo spazio giusto a tutti i suoi brani composti negli anni, in una sorta di girandola e di ripescaggi. Soprattutto pare venir fuori una sorta di anarchia che giustamente, in barba a mode o convenienze, lo fa optare ogni volta per alcune canzoni al posto di altre . E’ certamente il bello di essere padroni di se stessi, e di scegliere in ogni occasione, o meglio, appunto, tour, cosa mettere in scaletta. Il concerto di Vicenza in Festival diventa così occasione per riapprezzare parzialmente un De Gregori se non inedito, quasi, dapprima con le tre canzoni iniziali voce e chitarra, che sono “Cose”, “L’uccisione di Babbo Natale” e “A Pa’”, un inizio anomalo. Poi quando entra la band, un po’ la musica cambia, e diventa un rock tirato per una buon’ora, solo con qualche piccola pausa in mezzo. De Gregori inoltre appare in forma, scherza col pubblico durante la presentazione dei primi tre brani per poi latitare nel dialogo e buttarsi nella musica: vengono presentate altre canzoni un po’ inusuali, “Scacchi e tarocchi”, “La testa nel secchio”, mettendo in mezzo “La storia”, “Caterina”, “Atlantide”. Sempre senza dire mezza parola, immerso nella sua musica il cantautore continua con “Titanic”, “Il cuoco di Salò”, “Nero”, per poi passare a una lenta ed emozionale “Alice” . Se una canzone con quasi cinquant’anni riesce a emozionare ancora, credo che uno o più motivi ci siano, almeno nel riconoscere la rilevanza di chi l’ha scritta. Il gruppo sta dietro al cantautore in maniera adeguata e a volte omaggiandolo con vere e proprie tirate di chitarra e batteria, dove spicca la versatilità di Paolo Giovenchi, Alessandro Valle, e in arrangiamenti divertenti e di bella confezione, la lezione è stata imparata (siamo alle ultime date del tour ma si vede che si suona col cuore). La serata continua con altre canzoni note e meno note, come “Sangue su sangue” e “Generale”, e una carrellata finale azzeccata e più conosciuta, “Pezzi di vetro”; “Rimmel”, “Buonanotte forellino”, dedicata alle coppie clandestine”, senza dimenticare le hit “La leva calcistica della classe 68” e “La donna cannone”. Chiudendo di fatto con un altro brano anomalo, “Cercando un altro Egitto”. I bis sono due, “Il vestito del violinista” e “Viva l’Italia”. Peccato siano mancati altri piccoli capolavori come “Pablo “ e “Piano bar”, o il triplice salto mortale carpiato di metrica e versi “Un guanto”, ma siamo certi che sarà per la prossima volta. Il pubblico, una platea piena ovunque, gradisce e applaude convinto. Anche perché, nonostante gli anni passino, De Gregori rimane sempre un pregiato autore e grande interprete della nostra musica.
Francesco Bettin