PHÈDRE,
de RACINE
mise en scène Christophe Rauck
Avec Camille Cobbi, Cécile Garcia Fogel, Flore Lefebvre Des Noëttes, Nada Strancar, Pierre-François Garel, Julien Roy, Olivier Werner
Scénographie Aurélie Thomas, Lumière Olivier Oudiou, Costumes Coralie Sanvoisin, Assistante Costume et Réalisation Peggy Sturm, Création Sonore David Geffard, Collaboration Chorégraphique Claire Richard
Construction Alain Denisse, Jean-Philippe Lamarque, Thibault Villalta
Peinture Gwenaëlle Dréan, Patricia Jouvencel, Valérie Valéro
Régie Plateau Rachid Bahloul, Pascal Lemoing
Saint Denis, Théâtre Gerard Philipe, dal 6 Marzo al 6 Aprile 2014
"Phèdre", l'amore che muore tra i guerrieri.
È uno dei testi teatrali più importanti della drammaturgia francese, dove si rielabora un mito sempre così moderno. La "Fedra" di Racine appare anche quest'anno nel cartellone di un teatro francese, il Théâtre Gerard Philipe di Saint Denis, dove il nuovo allestimento ha dimostrato ancora una volta che questo dramma è capace sempre di rimanere attuale ed efficace.
Celebre la trama, dove Fedra, sposata al Re di Atene Teseo, s'innamora follemente del figlio del suo sposo, Ippolito, che però non ricambia l'amore per la donna. D'altra parte il Re è in guerra e fino a un certo punto della pièce lo si dà per morto. Ma Teseo tornerà e ritroverà verso di lui, e inevitabilmente, molta freddezza. Il finale è tragico, visto che Ippolito troverà una morte eroica per mano di un mostro marino e Fedra si darà la morte con il veleno.
La scena è fissa ed è veramente suggestiva nel suo intento di essere allo stesso tempo ariosa e caustrofobica. La luce è piuttosto debole e sulla sinistra sono ammucchiate armi e armature per soldati e cavalli; sulla destra c'è un grande arazzo, anche questo in cui sono raffigurate grandi figure equestri. Il palazzo è quindi quello dei combattenti, è il palazzo che sta attendendo il ritorno dell'eroe Teseo, è il palazzo d'Ippolito, amante della guerra e dispregiatore delle donne. Non a caso il dramma si apre con il giovane che si esercita a tirare di spada vestito da schermitore. Il palazzo è però anche quello della bestialità – espressa nella figura del cavallo -, bestialità della guerra, certo, ma anche bestialità dell'amore, del desiderio di amare e di possedere l'amato. Come può respirare in un clima così guerriero una donna innamorata come Fedra? In effetti la donna è presa da una vera e propria follia, dalla follia del non poter vivere l'amore, ma anche da quella di essere circondata da armi e guerrieri che si disinteressano dell'amore e delle donne.
Certi elementi e costumi scenici ci riportano alla contemporaneità, come per esempio il costume da schermitore di Ippolito, mentre altri, come le armi e gli arazzi, ci fanno respirare un clima mitologico e "lontano".
Molto interessante è il frangente in cui vediamo l'entrata in scena di Teseo, che, vestito con la sua armatura da toro, "sfonda" con le sue corna il pavimento del palcoscenico, per poi portarsi sul palco stesso. Una scena inaspettata che mette in luce, ancora una volta, l'elemento eroico e fortemente virile dell'eroe.
Una messa in scena ben congegnata quella di Christophe Rauck, supportata dalla scenografia molto funzionale di Aurélie Thomas e da un cast di attori eccezionali. Sopra a tutti pongo la protagonista Fedra, Cécile Garcia-Fogel, sensuale e selvaggia, attenta a tutte le sfumature della sua gestualità e della sua dizione. Sì, è proprio lei Fedra, la regina innamorata e incompresa dall'eccessiva virilità degli eroi.
Stefano Duranti Poccetti