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Quella bella e buona Giselle inglese - Birmingham Royal Ballet di Roberta Bignardi

Ambra Vallo in Giselle Ambra Vallo in Giselle Foto Bill Cooper

Bord Gáis Energy Theatre – Dublin
6 Luglio 2013

Music Adolphe Adam, revised by Joseph Horovitz;
Choregraphy Marius Petipa after Jean Coralli and Juler Perrot with addictional choregraphy by David Bintley;
Scenario Théophile Gautier and Jules Henri Vernoy de Saint- Georges;
Production Galina Samsova and David Bintley, assisted by Desmond Kelly;
Designs Hayden Griffin; Lighting Mark Jonathan

Giselle Ambra Vallo; Count Albrecht César Morales

La Grecia Classica, e in particolare quella di Platone, indicava con "kalos kai agathos" il reciproco e costante rispecchiamento tra "bello e buono", un luogo del pensiero in cui l'estetica si incontra felicemente con l'etica e il giudizio, dove il corpo esteriore rifletteva la virtù della mente. Così mi appare la Giselle del Birmingham Royal Ballet diretto da David Bintley, in scena al Bord Gáis Energy Theatre di Dublino (dopo la tappa di giugno al Belfast Grand Opera House), nella squisita interpretazione della "bella e buona" étoile Ambra Vallo. Perché vestire i panni della contadina/villi Giselle e riuscire a costruire- in un climax ascensionale – un personaggio dolce, vibrante e, al tempo stesso, forte e severo nel suo amore, non è cosa da tutti. La Vallo, napoletana di origine e inglese d'adozione (a diciassette anni diventa solista al Royal Ballet of Walloons e al Royal Ballet of Flanders; nel 1993 entra nell'English National Ballet dove diventa solista senior e dal 1996 principal del Birmingham Royal Ballet) riesce in maniera perfetta. Puntuale ed elegante, dalla tecnica molto raffinata, Ambra Vallo punta ad un movimento delicato, fin dal I atto, come a voler anticipare quello vellutato e impalpabile della villi in cui, di li a poco, si trasformerà. Creato a Parigi nel 1841 Giselle è un opera a più mani: il connubio tra Théophile Gautier, che si ispira alla ballerina (anche lei napoletana) Carlotta Grisi, e Jules Henri Vernoy de Saint- Georges per il libretto; la firma dei due coreografi, Joan Coralli (per le scene d'insieme) e Jules Perrot (per gli assoli della ballerina), poi in seguito l'apporto di Marius Petipa (che lo adatta alla tradizione russa). In questa versione, rimessa in scena da Galina Samsova nel 1999 per il Birmingham Royal Ballet, notevoli sono gli apporti coreografici di David Bintley per il pas de deux del I atto e l'importante variazione dell'entrata della Regina delle Villi (qui un alta ed elegante Samara Downs), del II Atto. I critici definiscono la partitura musicale di Adolphe Adam, con i suoi memorabili motivi, dal forte ritmo e senso del dramma, come un reale tour de force.
Il tema della perdita della ragione per una grande delusione, e la figura delle Villi (fantasmi maligni di donne morte prima del matrimonio), e poi il romantico ideale dell'unione tra terreno ed extraterreno e quello ancora più moderno del sacrificio d'amore, rende Giselle un balletto fortemente femminile, nonché uno dei classici più belli del nostro tempo. Nel festante calore popolare del I atto il corpo di ballo, vero protagonista, sembra scomparire di fronte alla coppia Vallo-Giselle e il bravo ed elegante Morales-Albrecht che rimane composto avanti la morte della fanciulla (ci saremmo aspettati forse maggiori singhiozzi struggenti di rimpianto e di pentimento). Nel momento più drammatico - quando cioè la contadinella scopre l'inganno e sconvolta dal dolore impazzisce – la Vallo mantiene il suo personaggio, espressivo ed umano, senza perdere quella dolcezza propria del linguaggio iniziale e accostandosi, in maniera personalissima, alle storiche interpretazioni (dalla Maximova alla Fracci). Nell' ambiente surreale delle maligne Villi (II atto) per Giselle la musica si fa dolce e tristissima quando, di fronte alle sue crudeli compagne, dimostra che l'amore vero significa anche perdono che sopravvive oltre la morte. Vale sempre la pena andare a vedere una ripresa di un classico come Giselle, considerato il balletto per antonomasia. È una delle cose più belle a mio avviso sono quei "passi" leggeri, geniali, di quelle ballerine belle e fatali, avvolte nei loro tutù come ali, con lunghi salti raso terra, inventati per fare incrociare in aria le anime perdute.

Ultima modifica il Venerdì, 19 Luglio 2013 09:05
La Redazione

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