venerdì, 29 marzo, 2024
Sei qui: Home / Attualità / I fatti / Tornare alla Comédie Française e assistere a Fedra con la regia di Michael Marmarinos... di Mario Mattia Giorgetti

Tornare alla Comédie Française e assistere a Fedra con la regia di Michael Marmarinos... di Mario Mattia Giorgetti

Comédie Française Comédie Française

Che emozione tornare alla Comédie Française. L'ultima volta che ho passeggiato nelle sale di quel tempio risale al 2005 quando per Rai International realizzai il documentario Il successo della Commedia dell'Arte nel mondo, intervistando l'allora direttore e regista Jacque Lasalle, operazione che mi consentì di toccare con mano la poltrona su cui morì, in scena, Molière, mentre stava recitando Il malato immaginario.

Ora ci sono tornato per assistere a Fedra di Jean Racine, messa in scena dal regista greco Michael Marmarinos, di cui alcuni dicono tutto il bene possibile e altri tutto il male possibile.
In tempi di stallo per la creatività, a causa dei tagli e disagi economici del nostro Paese e dell'Europa, ci sembrava utile e giusto verificare cosa accadesse in casa di una Istituzione quale è la Comédie Française.
Alla prima, molto attesa, la fila del pubblico, in vista di entrare, era piuttosto lunga: pochi giovani e molti anziani. Alla fila del pubblico, comunque, non sono mancati giovani armati di volantini con messaggi promozionali di altri eventi. Il teatro, o meglio la Sala Richelieu, si è colmata in un batter d'occhio in ogni ordine di posti.
Lo spettacolo prende inizio nel massimo silenzio, attenzione assoluta. Le luci (di Pascal Noël) si accendono su una scenografia (Lili Pézanou) un po' emblematica: a destra una parete con finestra, un tavolo con tanto di radio anni Cinquanta; sul fondo una parete con tre lunghe porte che si affacciano su un corridoio con tanto di muretto e, al di là, una panorama raffigurante il mare le cui onde sono in azione con movimento verso il pubblico e lambiscono un lingua di un isoloto di evocazione ellenica; a sinistra niente pareti delimitanti, ma quinte nere da cui si può entrare e uscire, un microfono su asta padroneggia il lato sinistro, sul fondo un letto a spalliere. Come si vede una scenografia ibrida, con elementi scenici che hanno funzione di comunicazione come un microfono e una radio.
I personaggi vestono modernamente (costumi di Virginie Merlin), le azioni a volte sono illogiche, la recitazione del testo, rimaneggiato e alcune didascalie vengono anche dette, entrando nello spettacolo, è molto sopra le righe, dirompente, che sfonda qualsiasi atmosfera, qualora si fosse creata. Si ha l'impressione che per il regista Marmarinos il testo funga da pretesto, da materiale utile per dimostrare le sue capacità creative dissacranti, accompagnate da musiche originali di Dimitris Kamarotos.
Basta leggere le note di regia per comprendere il grado di stima che ha della sua visione dell'opera: destrutturalizza il tessuto drammaturgico, e con ciò, anziché chiarire il significato e far vivere il pathos della tragedia, ottiene un disagio nella comunicazione, anche se il pubblico alla fine della rappresentazione non ha lesinato gli applausi agli attori che erano: Cecile Brune, nel ruolo di Panope, donna al seguito di Fedra; Éric Génovèse era Théramène, governante di Ippolito; Clotilde de Bayser, nella parte di Enone, nutrice di Fedra; Elsa Lepoivre, in Fedra, moglie di Teseo, figlia di Minos Pasiphaé, Pierre Niney, era Ippolito, figlio di Teseo e di Antiope, regina delle Amazzone; Jennifer Decker, in Arcie, principessa di sangue reale d'Atene; Samuel Labarthe, in Teseo, figlio di Egée, re di Atene; Émilie Prevosteau, era Ismene.
Ma chi è questo regista tanto discusso? Confessiamo la nostra ignoranza. Ma per chi vive la nostra stessa condizione daremo alcune veloci informazioni, tanto per colmare un vuoto.
Nato ad Atene, si avvicina al Teatro come attore, studiando contemporaneamente come biologo e neurobiologo. Al suo attivo ha numerose messe in scena di autori che spaziano tra i contemporanei (Heiner Müller: Hamelet-machine e Médée Materiau) e classici (Shakespeare: Romeo e Giulietta, il Sogno di una notte di mezza estate; Eschilo: Agamennone, Sofocle: Elettra, Euripide: la Follia di Ericle, ecc). Si dedica da tempo anche all'insegnamento per nuovi attori, passando da un Paese all'altro, imponendo un suo metodo per la formazione attorale: "Acting e Bioenergetic Voice". Da qui si puo' capire di come hanno recitato gli attori nella Fedra.

Ultima modifica il Domenica, 14 Luglio 2013 07:53
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

Iscriviti a Sipario Theatre Club

Il primo e unico Theatre Club italiano che ti dà diritto a ricevere importanti sconti, riservati in esclusiva ai suoi iscritti. L'iscrizione a Sipario Theatre Club è gratuita!

About Us

Abbiamo sempre scritto di teatro: sulla carta, dal 1946, sul web, dal 1997, con l'unico scopo di fare e dare cultura. Leggi la nostra storia

Get in touch

  • SIPARIO via Garigliano 8, 20159 Milano MI, Italy
  • +39 02 31055088

Questo sito utilizza cookie propri e si riserva di utilizzare anche cookie di terze parti per garantire la funzionalità del sito e per tenere conto delle scelte di navigazione. Per maggiori dettagli e sapere come negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie è possibile consultare la cookie policy. Accedendo a un qualunque elemento sottostante questo banner si acconsente all'uso dei cookie.

Per saperne di più clicca qui.