Un château en Italie
di Valeria Bruni Tedeschi
con Valeria Bruni Tedeschi, Xavier Beauvois, Filippo Timi, Louis Garrel
Louise (Valeria Bruni Tedeschi) è un'ex attrice che ha lasciato il cinema dieci anni prima per "far posto alla vita nella sua stessa vita", ma è proprio la vita che le fa incontrare nuovamente sul suo cammino quel mondo, impersonificato dal tormentato Nathan (Luois Garrel) anche lui attore in crisi di identità. Louise è in un momento particolarmente difficile visto che con suo fratello (Filippo Timi) gravemente malato e sua madre (Marisa Borini) devono decidere che sorte riservare al castello di famiglia in cui sono conservati tutti i ricordi del padre deceduto e della loro infanzia.
Louise deve quindi confrontarsi con l'angoscia per la salute del fratello, con la nostalgia per una parte di sé che sente svanire e con l'ansia per la mancanza di una parte che ancora tarda a presenatrsi. Un desiderio impellente di maternità, infatti, incrina il rapporto con il giovane Nathan troppo preso da se stesso per poter concepire l'idea di un figlio.
Dopo "E' più facile per un cammello..." e "Attrici" Valeria Bruni Tedeschi riporta sullo schermo un altro capitolo della sua vita (risale al 2006 infatti la prematura scomparsa del fratello Virginio a cui è dedicato il film) circondandosi ancora una volta di persone che realmente le sono vicine come la sua vera madre e il compagno, o forse ex (certo lo scopriremo nel prossimo film) Louis Garrel. Valeria Bruni Tedeschi parla di sé e della sua famiglia e sicuramente farlo usando come mezzo il cinema le permette di esecitare uno sguardo decisamente ironico e delicato. Riesce quindi a regalare momenti di grande leggerezza (come la divertente scena della fecondazione in vitro) che a nostro avviso non bastano però a cancellare quella sensazione di dejà-vu inevitabile se si sono visti e apprezzati i film precedenti.
Risulta a tratti fastidioso il reiterarsi delle sue problematiche personali e sicuramente non aiutano tutta una serie di cliché sull'Italia (che al pubblico francese non sono forse così evidenti) che fa sembrare un po' tutto il film un continuo susseguirsi di cartoline e di spot per turisti. Degna di una nota a parte è l'interpretazione intensa e toccante di Filippo Timi che dona al film un'umanità preziosa e che permette di non soffermasi troppo su quanto appena detto. A Cannes il film è stato accolto da un'ovazione, segno che il pubblico evidentemente ha ancora voglia di sentirsi raccontare la favola vera di Valeria Bruni Tedeschi.
D.G.