domenica, 28 aprile, 2024
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MONTE-CARLO, IL FESTIVAL D’ORO. Trionfo italiano al Giubileo per il cinquantenario della competizione dedicata al circo. -di Francesco Mocellin

L'opening del Festival dedicata alla memoria del Principe Ranieri III L'opening del Festival dedicata alla memoria del Principe Ranieri III

Doveva essere un grande festival e così è stato. L’edizione numero 46 della kermesse delle arti circensi per antonomasia (19-28 gennaio 2024) ha tenuto fede alle aspettative offrendo nel Principato di Monaco un panorama completo del meglio delle discipline del circo classico dei nostri tempi.

L’evento ha avuto connotazioni particolari essendo caduto nel cinquantesimo anno dalla creazione della manifestazione che ha visto la luce il 26 dicembre 1974 per volontà del Principe Ranieri III e le celebrazioni per il centenario della nascita del sovrano (1923) che continua ad essere amatissimo dai monegaschi, iniziate nella primavera dello scorso anno, si sono concluse proprio col “Festival International du Cirque” il 28 gennaio. Nella storia dello spettacolo popolare non si ricordano altri benefattori come Ranieri che siano stati capace di inventare dal nulla un festival per un settore che all’epoca non ne contava nemmeno uno di vero e proprio e che oggi, a distanza di mezzo secolo, è tutt’ora il punto di riferimento delle arti circensi per artisti ed operatori del settore. 

Standing ovation per la Principessa Stephanie
Standing ovation per la Principessa Stephanie

A rendere speciale l’edizione appena conclusa ha contribuito anche l’allestimento di una mostra antologica (“Le Prince au coeur du cirque”) di notevole spessore sulla storia del festival – inaugurata il 22 novembre 2023 presso l’ex Museo dell’Automobile – ricca di materiale fotografico, video e di costumi provenienti dalla sterminata collezione di Alain Frère, leggendario consigliere artistico del principe e immarcescibile animatore delle conferenze stampa durante la kermesse.

La competizione ha preso il via con una sorta di prologo, ovvero una grande parata svoltasi la settimana precedente con la partecipazione di molti degli artisti e degli animali in gara, con partenza dallo chapiteau di Fontvieille e culminata nella piazza del Palazzo dei Principi con uno spettacolo open air di grande suggestione nonostante la temperatura non propriamente mite.

L’organizzazione del festival – saldamente nelle mani dell’appassionata Principessa Stephanie e del direttore artistico Urs Pilz – ha voluto ulteriormente connotare il carattere di unicità della 46° edizione con la scelta dei componenti della giuria che si è indirizzata proprio verso personaggi di grande spicco che hanno contribuito alla nascita e al consolidamento della manifestazione: Joseph Bouglione, la famiglia del quale ha fornito le strutture e il supporto tecnico per la primissima edizione del 1974; Liana Orfei – icona del circo italiano che con i fratelli Nando e Rinaldo ha reso possibile la seconda; Flavio Togni – l’artista più premiato della storia del festival – nipote di Ferdinando e figlio di Enis che guidava l’American Circus quando ha preso le redini tecniche della manifestazione dal 1976 al 1989; Alain Frère, pioniere della kermesse e storico del circo; Fredy Knie, della celeberrima famiglia elvetica che ha assunto la direzione tecnica e di pista dal 1990 al 2007; Yasmine Smart, grande dame del circo britannico dal sorriso deliziosamente ammagliante, addestratrice equestre di classe (Clown d’Argento nel 1985) e presentatrice del festival nella seconda edizione. 

Questa giuria, presieduta dalla Principessa Stephanie, ha deciso di assegnare tre “Clown d’Oro” di cui due sono stati destinati a “numeri” italiani. Si tratta di un risultato obiettivamente eccezionale nel panorama circense e che ha un solo precedente nella storia della competizione monegasca (nel 2014 toccò alla Russia questo primato). L’esito, contrariamente a quanto talvolta accade, non ha destato polemiche e recriminazioni ed è stato considerato assolutamente equo da parte degli addetti ai lavori.

Nicole e Michelle Kolev
Nicole e Michelle Kolev

A trionfare sono state le sorelle Michelle e Nicole Kolev, bulgare per parte di padre ma italianissime per nascita e formazione professionale. I genitori Miltcho Kolev e Gilda Vulcanelli sono stati a lungo in forza al “Circo Moira Orfei” come trapezisti volanti ma le figlie hanno scelto da subito la specialità dell’equilibrismo “mano a mano” mostrando, sin dal debutto avvenuto nel dicembre 2018 al Cirque de Noel a Parigi, un talento cristallino in una specialità appannaggio dei maschi nella quasi totalità dei casi. La loro performance palesa una grazia essenziale e una forza disciplinata in una serie di esercizi in crescendo che non può non scatenare il meravigliato entusiasmo del pubblico. Dopo essere già passate in pochi anni in quasi tutte le ribalte che contano nel settore oggi sono in forza alla produzione “Mystere” del Cirque du Soleil a Las Vegas. A loro è andato anche il premio speciale del “Club Amici del Circo” italiano.

Elvis e Cvetomira Errani
Elvis e Cvetomira Errani

L’altro oro italiano è stato attribuito a Elvis e Cvetomira Errani che coi loro tre elefanti indiani hanno messo in scena una sorta di delicata liaison amorosa tra la coppia degli addestratori e tra questi e i pachidermi. Il numero, probabilmente, è stata la vera sorpresa del festival per la modalità soffice, per così dire, con la quale uomini e animali si rapportano, per la naturalezza del dipanarsi della sequenza di esercizi totalmente priva di forzature di qualsiasi tipo. La giuria ha fatto professione di coraggio attribuendo il massimo riconoscimento a un’attrazione basata su animali sempre più rari da vedere sulle piste dei circhi di tutto il mondo a causa di divieti e restrizioni di ogni genere e considerati quasi un taboo dal fronte animalista.

Charles e Alexandre Gruss col padre Stephane
Charles e Alexandre Gruss col padre Stephane

Ai formidabili gemelli Charles e Alexandre Gruss è stato giustamente attribuito un ulteriore “Clown d’Oro” per la loro brillante esibizione di jonglerie a cavallo, specialità rara quanto impegnativa e – forse – poco compresa dal pubblico di oggi. Il premio è stato esteso con una menzione speciale alla straordinaria famiglia di Alexis Gruss e Gipsy Bouglione – nonni dei vincitori, artefici tutt’oggi di una compagnia circense senza pari, tutta votata all’arte equestre declinata in tutte le sue forme e che mostra ai più plumbei “pasdaran” del circo contemporaneo come si possa magistralmente coniugare tradizione circense purissima e teatralità attuale di prim’ordine.

Daris Huesca e Fumagalli
Daris Huesca e Fumagalli

La Principessa Stephanie ha consegnato un doveroso premio alla carriera ai nostri celebri e navigati clown Fumagalli e Daris Huesca mentre nella categoria della “New Generation” ha trionfato l’incredibile verticalista cinese Wang Mengchen con la deliziosa dodicenne Trixie Zavatta-Bogino che invece si è conquistata l’argento per l’originale performance di equilibri sull’hoverboard che le era valsa la vittoria all’ “Italian Circus Talent Festival” di Roma lo scorso dicembre. Anche per lei il premio speciale degli Amici del Circo italiani.

Trixi Zavatta Bogino
Trixi Zavatta Bogino

Tra i delusi, forse, possiamo indicare la straordinaria troupe acrobatica cinese di Wuhan, città che evoca i lugubri tempi della pandemia. In questo caso, però, l’esibizione alla cosiddetta “altalena russa” dei sedici artisti del “paese di mezzo” ha destato sensazioni forti e l’argento conquistato colora quasi d’oro.

Un altro “Clown d’Argento” di spessore è andato al duo uzbeko Disar – già vincitore a Girona 2023 - che ha catturato sguardi e emozioni degli spettatori con una performance aerea costellata di sospensioni da brivido coi denti e coi capelli, penalizzata forse da una drammaturgia fin troppo funeralizia. 

La verticalista cinese Wang
La verticalista cinese Wang

La giuria ha riservato una menzione speciale per il più iconico del “clown bianchi” in circolazione, ovvero l’italo-francese Yann Rossi, dotato di indubbio talento musicale e di una naturale eleganza che richiama l’iconografia più classica.

Al termine della serata di gala, a sorpresa, sono stati attribuiti due ulteriori e specialissimi “Clown d’Oro” al direttore artistico Urs Pilz e ad Alain Frère per il loro pluriennale contributo alla riuscita del festival.

Gli intermezzi danzati sono stati animati ancora una volta dall’ensamble della compagnia ucraina “Bingo Circo Teatro” le cui coreografie sono apparse talvolta ripetitive mentre la conduzione degli spettacoli è stata affidata, come sempre, al Monsieur loyal “Petit Gougou” non sempre a suo agio con la copertura dei tempi morti. 

Nel corso del pranzo ufficiale della “Federation Mondiale du Cirque”, Liana Orfei e Flavio Togni sono stati nominati “Circus ambassadors” per il ruolo di promozione dell’arte e dell’attività circense nel mondo svolto nel corso delle rispettive carriere.

Ora che il sipario si è chiuso sulla 46° edizione possiamo affermare che, nonostante il circo che stia attraversando una fase di transizione – con molte delle grandi imprese del passato sparite o ridimensionate e con nuovi nomi e nuove forme che si vanno affermando - quella di Monte-Carlo continua a restare la kermesse più rappresentativa delle arti circensi e l’appuntamento che riunisce davvero tutto il variegato e vitalissimo mondo che attorno ad esse ruota. 

Le foto di questo servizio sono di Manuel Vitali e Frédéric Nebinger, Direction de la Communication del Principato di Monaco, per gentile concessione.

Ultima modifica il Domenica, 18 Febbraio 2024 06:09

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