Gigi Proietti ci ha lasciati. All’alba del 2 Novembre, giornata dedicata alla commemorazione dei morti, il suo cuore ha smesso di battere a causa di problemi cardiaci lasciando attoniti e molto più soli i suoi familiari, i suoi amici, i colleghi e tutto il suo vasto pubblico. Gigi il 2 Novembre era anche nato e proprio quest’anno avrebbe festeggiato i suoi ottant’anni, un colpo da maestro che anche nell’uscita di scena non poteva essere più teatrale e geniale, “una vera Mandrakata” come hanno commentato in molti. Nato a Roma in via Giulia, quartiere nel cuore della capitale, aveva cominciato la carriera di attore per caso, per fortuna nostra, e poi quando aveva capito che quella sarebbe stata la sua strada aveva lasciato la facoltà di giurisprudenza a soli sei esami dalla laurea, nel 2019 però ha ottenuto la Laurea Honoris causa dall’Università Tor Vergata di Roma. È stato mattatore, attore di cinema e tv, doppiatore, conduttore, direttore artistico, regista ma soprattutto un grande, grandissimo attore di teatro e “maestro” per tante nuove leve del panorama teatrale, cinematografico e televisivo italiano. Aveva esordito al cinema con qualche interpretazione in vari film ma il grande successo arrivò per un colpo di fortuna nel 1970 quando dovette sostituire Domenico Modugno nella commedia musicale di Garinei e Giovannini "Alleluja brava gente", nel ruolo di Ademar. Da lì cominciò la sua consacrazione e l’apprezzamento di pubblico e critica. Tante le sue interpretazioni sul piccolo schermo come “Il maresciallo Rocca” per la Rai, per cui ebbe un tale successo che ancora oggi su Raiplay vanno in onda le repliche. L’arma dei carabinieri gli ha reso omaggio postando una foto dell’attore nei panni del sottufficiale accompagnata dalla frase “Ha saputo farci sorridere con tanti personaggi e mille sguardi, espressioni, barzellette. Noi vogliamo continuare a ricordarti così, col volto del Maresciallo Rocca, che hai interpretato con umanità, passione e la giusta dose di ironia. Ciao #gigiproietti”. Sarebbero troppe le gag, gli spettacoli e le grandi performance da ricordare per celebrarlo perché Proietti aveva la particolarità di essere semplice e diretto, poteva tranquillamente passare dal raccontare una barzelletta su un contadino tocco al declamare Dante o Shakespeare ottenendo dal pubblico grandi risate o grande attenzione per quello che stava recitando. Ecco perché era, è, molto amato perché ha incarnato l’uno di noi, la persona di famiglia garbata, elegante e divertente alla quale vuoi bene e stimi perché ti ha regalato momenti di spensieratezza e riflessione. Dietro questo però c’era preparazione teatrale e padronanza di tecniche attoriali, mai banali e sempre lucide. Volendo fare il solito gioco del “se” si potrebbe solo aggiungere che forse il grande cinema avrebbe potuto puntare di più su di lui perché, avrebbe saputo regalare interpretazioni intense e grandi slanci recitativi al di là della sua romanità che lo caratterizzava perché sapeva declamare in vari dialetti, alcuni in modo impeccabile ed anche impostare con la sua voce calda un italiano perfetto. Tante le testimonianze di affetto e commozione di artisti e gente comune che ha voluto affidare un pensiero all’attore tramite i social network o la tv, noi abbiamo voluto ascoltare la testimonianza di due artisti che lo hanno affiancato negli ultimi anni: Stefano Sarcinelli autore di “Cavalli di battaglia” il programma che andò in onda su Rai Uno nel 2017 e che la Rai sta riproponendo per omaggiarlo e Francesco Cicchella giovane promessa del teatro.
“Sono veramente commosso – dichiara Sarcinelli – Gigi era una persona eccezionale. Semplice e sempre disponibile, non dava mai nulla per scontato e si metteva in discussione. Non ho mai visto una supponenza da parte sua. Lo conobbi qualche anno fa tramite Marco Mazzocca che girava con lui una fiction, (Una pallottola nel cuore nrd). Dopo qualche anno la Rai gli affidò la trasmissione “Cavalli di battaglia” e mi chiamò come autore e nel cast. È stata un’esperienza bellissima perché ho trascorso molto tempo con lui lavorando, assistendo alle prove ed alle registrazioni. Per me è stata come una scuola gratis con un grande maestro. Nel 2019 mi chiamò come autore anche per la cerimonia di apertura della città di Matera eletta capitale europea della cultura trasmessa in diretta su Rai 1 che lui conduceva. Poi è nata anche una frequentazione al di là del lavoro e ogni tanto ci vedevamo, lui era sempre molto generoso e disponibile pensavamo sempre di realizzare qualche cosa assieme ma la salute già era un po’cagionevole e si rimandava. Era un entusiasta ed amava molto i giovani, un suo sogno era di aprire una scuola. Lui pensava che la comicità fosse una grande arte e la rispettava come tale, osannava i grandi attori comici che considerava al pari degli attori cosiddetti “seri”. Sono insomma tanti i ricordi che mi legano a lui ma vorrei raccontare un aneddoto che spiega, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che persona fosse Gigi. Stava per cominciare la prima puntata, lui stava nel suo camerino con la porta semi chiusa, io passai e lui mi chiamò invitandomi ad entrare ed a chiudere la porta. Cominciò a ripetere a memoria tutta la scaletta dello spettacolo non sbagliando nemmeno una virgola. Il fatto che un momento così importante, ovvero prima della prima, lo abbia voluto trascorrere con me è un ricordo che porterò sempre con me”.
“Ho conosciuto Gigi nel 2015 quando lui era giurato della trasmissione «Tale e quale show» ed è nata un’empatia tra di noi. – racconta Cicchella- Mi ha da subito incoraggiato per la mia carriera dicendomi che ero “un genio”, e detto da lui mi riempì di orgoglio. Poi, durante una delle nostre chiacchierate, mi disse che dopo il programma avremmo potuto sentirci perché secondo lui avrei dovuto fare teatro. Io non me lo sono fatto ripetere due volte e quando tempo dopo ho deciso di realizzare il mio primo show teatrale “Millevoci Tonight Show” mi feci coraggio e gli chiesi se volesse fare il regista dello spettacolo e lui ha subito accettato. Era una persona concreta non si tirava indietro, molto disponibile. Conserverò sempre i suoi consigli sul modo di muoversi in scena e sul modo di porsi nei confronti del pubblico. Lui mi disse che non avrei mai dovuto far avere chiara al pubblico la sensazione di cosa è scritto e cosa non è scritto. Ovvero il pubblico deve avere sempre il dubbio sull’attore se in quel momento sta improvvisando o sta ripetendo a memoria il copione. Questo è uno dei tanti insegnamenti di cui ho fatto più tesoro. Un’altra sua grande caratteristica è la sua grande umiltà. Durante le prove del programma “Cavalli di battaglia” stavo aspettando il mio turno e lui era in scena provando un suo sketch quando arriva la pausa mi si avvicina e mi chiede se per me la scena che aveva provato funzionasse. Ecco questo era Gigi, un artista con una grande apertura mentale perché uno come lui con tanti anni di esperienza che chiede ad un giovane attore all’inizio della sua carriera un parere sulla sua esibizione vuol dire avere non solo rispetto ma anche grande saggezza. Ci lascia un grande artista con il quale ho avuto l’onore ed il privilegio di condividere il palco. In quella esibizione non riuscivo a smettere di pensare che lui si fosse prestato a fare la spalla ad un mio pezzo. Una sensazione memorabile che conserverò per sempre”.
Cominciano intanto le prima manifestazioni di gratitudine nei suoi confronti. Il sindaco di Roma Virginia Raggi ha annunciato che il Silvano Toti Globe Theatre di Roma, dove Proietti era direttore artistico gli sarà intitolato.
Simona Buonaura