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"Road Movie" e il teatro inatteso in una notte innevata sulle sponde del Po. -di Nicola Arrigoni

Angelo Di Genio in "Road Movie", regia Sandro Mabellini Angelo Di Genio in "Road Movie", regia Sandro Mabellini

Road Movie e il teatro inatteso in una notte innevata sulle sponde del Po
Il teatro che non ti aspetti fra solitudine d'attore, impegno civile e pubblico vero
di Nicola Arrigoni

Il teatro è un miracolo che ogni sera ti stupisce, che arriva nella bassa, in una sera da lupi, quando la neve avrebbe scoraggiato chiunque ad uscire. Eppure il teatro di Ragazzola – centocinquanta posti o giù di lì – fa il pieno, e dimostra che il pubblico vero c'è, che il rito dell'andare in scena è un rito che si compie ogni sera dalla grande città al piccolo paese di Ragazzola, a ridosso dell'argine maestro, a poche centinaia di metri dal Po. Se poi si pensa che a fare il pieno è stato uno spettacolo come Road Movie di Godfrey Hamilton, allora il teatro si fa testimonianza civile, informazione, ma anche poesia d'attore, spettacolo recitato, agito col cuore. Road Movie di Godfrey Hamilton, spettacolo prodotto dal Teatro dell'Elfo, ha un suo legame poetico con Angels in America di Tony Kushner che proprio Elio De Capitani mise in scena una quindicina di anni fa, un viaggio nel mondo gay, negli anni dell'Aids. Road Movie appartiene a quel mondo, a quella drammaturgia in cui il racconto è racconto cinematografico, azione dalle tinte forti, a tratti feuilleton, a tratti tragedia, commedia e dramma borghese e forse è solo un distillato di vita.
Road Movie è la storia di Joel, gay trentenne, che attraversa l'America per raggiungere Scott, il suo uomo, colui che lo ha liberato dall'amore che scivola lungo i muri. Road Movie è un monologo che è tutto nel corpo di Angelo Di Genio, accompagnato dalle musiche eseguite al piano e al violoncello da Antony Kevin Montanari. Di Genio entra in scena e ti sbatte gli occhi addosso, ti interroga, il suo racconto non può lasciare indifferenti. Il suo racconto è uno e molteplice come tanti sono i personaggi a cui dà vita per raccontare quel viaggio di cinque giorni da costa a costa in cerca dell'amore e di se stesso e costretto a confrontarsi con il dramma dell'Aids. Siamo nell'America degli anni Novanta, in pieno allarme Aids. Quel mondo non è un mondo di vent'anni fa, ma è una realtà di oggi. Alla fine Angelo Di Genio snocciola i dati dei milioni di morti di Aids e la situazione del virus in Italia. Dal racconto si passa alla testimonianza e il teatro si fa civile. L'attore scende in platea, distribuisce preservativi nei panni di una madre che ha perso il figlio morto di Aids. In questa ricerca di prossimità c'è un coinvolgimento politico oltre che poetico. Angelo Di Genio mette tutto se stesso, è una macchina di toni, mimica, fisicità che dà corpo a parole e immagini con grande autenticità. Il pubblico assiste, sta al gioco, si interroga ed esce con qualche domanda in più. Gli applausi sono calorosi.
E se Road Movie commuove e coinvolge la platea, la partecipazione del pubblico in una sera di gelo e freddo, sull'argine maestro in un paese della Bassa in provincia di Parma comunica ottimismo, fiducia e racconta di un fare teatro quotidiano che non tiene conto dei finanziamenti ministeriali, dei decreti e delle riforme, ma vive col sostegno degli enti locali, di alcuni soggetti privati e s'innerva nella comunità in cui viene proposto. La provincia del teatro è anche questa: due piccoli teatri di Ragazzola e Roccabianca – nel territorio di Parma – in cui i cartelloni sono un mix di nomi e proposte in cui Novecento di Alessandro Baricco con Eugenio Allegri con Forse non sarà domani... Omaggio a Luigi Tenco con Rocco Papaleo, i Kataklò con La scortecata di Emma Dante e Libera nos domine di Enzo Jacchetti. Una stagione in cui alla fine di Road Movie, Angelo Di Genio commenta: «C'era una tensione in sala, una tensione curiosa, mi hanno provato, hanno voluto vedere fino a che punto arrivava questa storia... Mi sono sentito disarmato e solo... poi l'applauso finale ha ripagato l'apparente distanza che in uno spettacolo come Road Movie non dovrebbe esserci, accentuata dalla scena all'italiana. Ma alla fine ho capito che quella distanza era l'attesa, la curiosità e lo stupore oltre che la commozione di chi alla fine è venuto a complimentarsi in camerino». Anche questa è la magia del teatro, in una notte innevata, nella bassa parmense a parlare di Aids e dell'epidemia negata.

Road movie
di Godfrey Hamilton
traduzione Gian Maria Cervo
regia Sandro Mabellini
musiche di Daniele Rotella
pianoforte e violoncello Antony Kevin Montanari
con Angelo Di Genio
produzione Teatro dell'Elfo, al teatro di Ragazzola (Parma)

Ultima modifica il Mercoledì, 21 Marzo 2018 12:55

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