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(LONDRA). NUOVI ORIZZONTI - Come attrarre, mantenere ed accrescere il pubblico, nonostante le difficoltà. -di Beatrice Tavecchio

Sharon D. Clarke in “Caroline, Or Change”. Foto Marc Brenner Sharon D. Clarke in “Caroline, Or Change”. Foto Marc Brenner

Nuovi orizzonti

Come attrarre, mantenere ed accrescere il pubblico, nonostante le difficoltà

di Beatrice Tavecchio

Nel luglio 2018 l'organizzazione teatrale UK Theatre che comprende più di 200 teatri nel Regno Unito ha pubblicato le ultime statistiche che riguardano l'attività teatrale nel 2017 su tutto il territorio regionale, riscontrando che in totale il numero dei biglietti venduti è stato minore che nel 2016, diminuito da 19 milioni a 18,7 milioni nel 2017, un calo dell'1,87% nonostante un incremento nel numero di rappresentazioni del 2,9 % .
Le statistiche 2013-2017 mostrano che il 2016 è stato l'anno più fruttuoso in termini di incasso globale e di presenze, mentre nel 2017 si sono venduti 276.202 biglietti di meno, e che, anche se il prezzo dei biglietti nel periodo 2013-17 è aumentato del 2%, il costo medio del biglietto a 25,09 sterline si è mantenuto nel 2017 al di sotto dell'inflazione.
In generale i grandi auditori, i teatri con più di 1000 posti, le sale da concerto ed i teatri più piccoli con più di 160 posti, hanno mantenuto abbastanza costante la loro capacità di pubblico che fluttua dal 65% al 60%, mentre i teatri dai 500 ai 1000 posti e quelli tra i 200 ed i 500 posti hanno lavorato ad una capacità inferiore tra il 56% ed il 51%.
Infatti rispetto al 2016, nel 2017 le sale da concerto pur con un leggero calo nel numero di vendite hanno visto una modesta crescita negli incassi dovuta alla maggiorazione dei prezzi, ed i teatri di 500-1000 posti e quelli piccoli hanno avuto l'anno più gratificante per vendite ed incassi.
I piccoli teatri -più di 160 posti- sono in crescita, con un aumento di 151 produzioni e di 816 rappresentazioni rispetto al 2016. L'aumento delle vendite dei biglietti e degli incassi sono stati costanti dal 2013-17, eccezione fatta per il 2015, con un aumento dell'11% dei prezzi dal 2013.
Mi piace pensare che i teatri più piccoli su territorio nazionale stiano fiorendo perché offrono spettacoli innovativi a prezzi che anche se in aumento sono ancora abbordabili ed in sintonia con la qualità del prodotto.

Invece rispetto l'anno precedente un notevole calo nelle vendite pari a 204.000 sterline, e nell' incasso totale pari a due milioni e mezzo di sterline, è stato rilevato nei teatri da 200-500 posti unito ad una diminuzione delle produzioni, 554 in meno, e delle rappresentazioni, 784 in meno. Una perdita ancora maggiore sia per vendite che per gli introiti complessivi -quasi 8 milioni di sterline- si è constatata per i teatri con più di 1000 posti.
I grandi auditori pur con 60 produzioni e 145 rappresentazioni di meno ed anche con un ridotto numero di vendite sono riusciti ad incassare più dell'anno precedente alzando i prezzi.
Secondo Fiona Allan presidente di UK Theatre, la forza e la resistenza del mondo teatrale continua nei teatri regionali nonostante il clima economico, le sovvenzioni ridotte e gli alti costi delle tournėe. Attribuisce la caduta di introiti dei teatri con più di 1000 posti alle vendite che fluttuano ogni anno secondo il prodotto e crucialmente secondo la tournėe. Questo 2018, per esempio, le tournée di 3 produzioni che sono state cancellate preoccupano l'industria teatrale.
Come si vede c'è grande differenza tra le varie tipi di teatro, ma in generale, secondo Allan, più spettacoli ma meno introiti e pubblico possono essere un'anomalia di quell'anno o possono segnalare una maggiore disparità tra quanto il pubblico può spendere e quello che i teatri vogliono farsi pagare. "Se questa tendenza continua nei prossimi anni, l'industria teatrale dovrà esplorare modi ancor più creativi per attrarre, mantenere ed accrescere il pubblico, vista la situazione di sovvenzioni ridotte ed i gravosi costi di produzione".
Infatti le sovvenzioni statali sono state tagliate di 14 milioni nel 2016-17; il Birmingham Repertory Theatre ha perso il 52% di sussidi locali dal 2010 al 2016 ed il Bristol Old Vic perderà il 65% dei sussidi locali quest'anno.

Nonostante questi dati regionali, la situazione finanziaria dei teatri nella capitale continua ad essere positiva. Infatti secondo la Society of London Theatre 2017 l'industria teatrale ha guadagnato 1,17 miliardi su territorio nazionale, confronto ai 1,12 miliardi del 2016, grazie ad un maggior introito del West End di Londra, pari a 705 milioni nel 2017, più dei 644 milioni del 2016.

Ma, come seguire il consiglio di Fiona Allan? come essere più creativi? e come attirare, mantenere, aumentare il pubblico?

Illuminanti a questo proposito sono le parole di Mark Cornell, direttore esecutivo dell'Ambassador Theatre Group che con 34 teatri in UK, 8 negli USA e 5 in Germania costituisce la più grande Compagnia di teatro dal vivo, con 3500 impiegati in Europa ed in America ed è il gruppo in cui dal 2010 l'americana Providence Equity Partners ha investito, diventando proprietaria di maggioranza. Teatro commerciale quindi, West End a Londra e Broadway a New York, con chiari intendimenti non a sopravvivere, ma a progredire.

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Ammar Haj Ahmad (Safi) and Ben Turner (Salar) in The Jungle, West End. Foto Marc Brenner

Nell'intervista di Alistair Smith -'The Stage', 7 novembre 2018 - Mark Cornell che viene da esperienze commerciali e non teatrali, individua due capisaldi per questo fine: mantenere alta la qualità del prodotto teatrale ed migliorare 'l'esperienza teatrale" del pubblico. Per il suo Gruppo ATG (Ambassador Theatre Group) dare priorità alla qualità del prodotto ha significato aprire a una collaborazione con teatri soprattutto quelli sovvenzionati come l'Almeida, il National, lo Young Vic a Londra, il Chichester sempre nel Regno Unito ed il Lincoln Centre di New York, che sfornano lavori forse non sempre ancora profittevoli, ma di alta qualità. Per esempio, facendo fede al suo credo che il teatro deve essere, topico, rilevante ed accessibile, ha co-prodotto insieme alla Sonia Friedman Productions, Good Chance Theatre, il National Theatre e lo Young Vic Theatre, The Jungle, La Giungla, un lavoro sul tremendo campo di immigrati e rifugiati a Calais rivedendo la scrittura e la messa in scena di quello che era già stato uno spettacolo eccellente al Young Vic. Ha inoltre co-prodotto il musical di Tony Kushner Caroline, Or Change al Minerva Theatre di Chichester poi trasferito all'Hampstead Theatre e più tardi al Playhouse Theatre nel West End. The Jungle acclamato dalla critica, ma non particolarmente commerciale, è partito in sordina al suo trasferimento nel West End, ma ha attratto sempre più pubblico fino a diventare economicamente vantaggioso. Cornell vuole trasportare lo stesso progetto a New York, e creare una serie di teatri pre-broadway dove proporre lavori criticamente acclamati, ma non ancora commerciali, un crogiolo di creazione e di prova in vista di teatri più vasti e celebri. Questo progetto che finanziariamente comporta dei rischi è controbilanciato dalla produzione di spettacoli commerciali ma di alta qualità capaci di ottenere un notevole successo di critica. Così Cornell ha comprato il Lyric theatre a Broadway nel 2015, che dopo la ristrutturazione ha aperto con Harry Potter and the Cursed Child il 22 aprile 2018. Il lavoro scritto da Jack Thorne, regia di John Tiffany, come continuazione della saga di Harry Potter era andato in scena al Palace Theatre di Londra con enorme successo nel 2016, ed è ora acclamato a New York dove è stato premiato con sei Tony Awards, con un incasso maggiore di qualsiasi altro non-musical, 2.1 milioni di dollari in una settimana.

La politica della qualità del prodotto va mano in mano con quella che Cornell definisce "migliorare l'esperienza del pubblico". Questo può significare varie cose, ma ultimamente dipende da: come renderla migliore? partendo da un'altra conclusione: perché il pubblico non va più sovente a teatro?
La risposta di Cornell alla prima domanda è molteplice.
Primo, restaurando i vecchi edifici di cui molti in condizioni ancora ottocentesche a Londra, lottando quindi per avere i vari permessi edilizi che impongono di mantenere facciata, palchi, proscenio originali, e cercando allo stesso tempo di modernizzare toilettes e zone di socializzazione. Così ha ristrutturato l'Alexandra Theatre a Birmingham, e future ristrutturazioni sono previste a Oxford, Brighton e al Manchester Palace.
Secondo, modificando il teatro o la platea mettendo la rappresentazione stessa al suo centro, dandole maggiore visibilità,. Così è stato fatto allo Starlight Express Theatre di Bochum in Germania, con piste di pattinaggio e auditorio circolare ritagliati su misura per Starlight Express ed il suo pubblico. Ha creato il caffè afgano come spazio scenico che ingloba attori e pubblico al suo Playhouse Theatre per The Jungle per esempio. La stessa idea del connubio tra spazio teatrale e spettacolo ha informato Harry Potter and the Cursed Child a New York.
Terzo, massimizzando l'offerta, allargando il campo d'azione. Cornell offrirà spazi dove rappresentazioni teatrali ed eventi musicali - grandi le possibilità offerte dal mercato musicale in UK- possano convivere. Senza strafare, dice, non immensi teatri o stadi ma spazi per l'ottimale numero di duemila persone.

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Harry Potter and the Cursed Child, scritto da Jack Thorne, regia di John Tiffany

Domandarsi perché il pubblico non vada più sovente a teatro comporta rispondere che i prezzi sono troppo alti, che comprare un biglietto per il teatro non è facile perché il sistema di vendite in UK è dispersivo -troppe le agenzie- ed inoltre che il sistema di comunicazione cioè di diffusione dei programmi in cartellone nei vari teatri si fonda ancora e a volte solamente su affissi nella metropolitana o su informazioni in rete di solito però date dal singolo teatro. La rivista Time Out che anni fa faceva un bel lavoro di diffusione è ora ridotta a poche pagine e data gratis, ma non molto divulgata. Per cui, Cornell ha ridotto nei suoi teatri il prezzo per un certo numero di biglietti soprattutto per i giovani ed per alcuni spettacoli; ha fondato con successo una sua agenzia di vendita di biglietti, la https://www.atgtickets.com/groups/ ed ha riunito sotto un unico ombrello vendita-pubblicità-ristorazione tre dipartimenti fino ad ora staccati, mettendo la 'comunicazione' come obiettivo da perseguire a tutto campo.

Penso che quest'ultimo punto sia cruciale per la sopravvivenza ed il miglioramento del teatro. Mentre molti dei teatri sovvenzionati e non da anni hanno introdotto luoghi di socializzazione e di ristorazione nelle loro strutture, così come hanno fatto i musei, la comunicazione verso il pubblico, sia per la vendita che per la pubblicità degli spettacoli, resta ancora carente. Sembra che ancora ci sia concorrenza tra i vari teatri e quindi una resistenza a pubblicizzare reciprocamente i propri spettacoli. Alcune produzioni 'altre' appaiono nel programma dello spettacolo che si va a vedere ma si deve comprare il costoso programma, e nelle bacheche dei singoli teatri, il tutto in modo ancora insufficiente. Una maggiore collaborazione tra i teatri ed un uso più commerciale e soprattutto digitale delle informazioni dirette agli utenti sembrerebbe auspicabile.

Penso che la comunicazione unita ad un miglioramento del luogo teatrale che deve evolversi ancora di più in un luogo di aggregazione e di cultura, per cui intendo un insieme di luoghi, di attività, libreria, biblioteca, ma anche di un posto dove esista uno spazio ed un tempo per la socializzazione, dove si sia ben accolti, dove ci si senta bene, dove fermarsi a chiacchierare, a bere o mangiare qualcosa con gli amici, a leggere, a studiare, a discutere, che sia insomma come una piazza a cielo coperto, dove la rappresentazione teatrale di qualità rappresenti il culmine di un'esperienza in un ambiente amico, siano la strada del futuro.

Ultima modifica il Domenica, 16 Dicembre 2018 17:31

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