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(LONDRA). "Company", regia Marianne Elliott - Un musical femminista. -di Beatrice Tavecchio

Rosalie Craig (Bobbie) in "Company". Foto Brinkhoff Mogenburg Rosalie Craig (Bobbie) in "Company". Foto Brinkhoff Mogenburg

Un musical femminista
di Beatrice Tavecchio

Company, A Musical Comedy,
musica di Stephen Sondheim,
libretto di George Furth
Regia di Marianne Elliott, coreografia di Liam Steel,
scenografie di Bunny Christie, luci di Neil Austin, illusioni di Chris Fisher.
Protagonista Rosalie Craig (Bobbie)
Con Patti Lupone (Joanne), Jonathan Bailey (Jamie)
Londra, Gielgud Theatre fino al 30 marzo 2019

Marianne Elliott (The Curious Incident of the Dog in the Night-Time, War Horse, Angels in America) è la regista più innovativa del teatro anglosassone in questo momento. Non è la sola negli ultimi anni a segnare una strada personale di grande creatività e visione, ma al momento è certamente la creativa da seguire e da cui essere ispirati.
Il suo musical Company ricuce la storia del musical originario del 1970 di Stephen Sondheim (A Little Night Music, Sweeney Todd, Sunday in the Park with George), ambientato in una urbanissima New York dove il protagonista Bobby, raggiunti i 35 anni, si domanda se sia il caso di porre fine alla sua felice e libera vita da scapolo, circondato, consigliato e spronato dalle coppie dei suoi amici già tutti sposati.

Patti LuPone Joanne Company Brinkhoff Mogenburg
Patti LuPone (Joanne) in Company. Foto Brinkhoff Mogenburg

A mezzo secolo di distanza, Marianne Elliot che ha convinto Sondheim a riscrivere in parte l'originale, attualizza la situazione secondo una visione femminista per cui Bobby diventa femmina, Bobbie. Una donna in carriera, single e senza legami che allo scoccare dei 35 anni si chiede, con un occhio all'esperienza dei suoi amici, se non sia il caso di maritarsi, di avere Compagnia, da cui il titolo, visto che anche l'orologio biologico incalza. L'attualizzazione funziona ed investe anche alcuni dei personaggi. Tra le coppie di amici Jenny ha ora le battute di David e viceversa. È Jenny che ora mantiene la famiglia, mentre David il marito si occupa dei figli. Un'altra coppia non fuma più sigarette, ma spinelli, ecc.
La scenografia è pulita, tersa, funzionale: cornici al neon di disparati colori scorrono sulla scena dal fondo alla ribalta, da sinistra a destra e viceversa, scendono dall'alto e spuntano dal sottopalco inquadrando ambienti sempre dissimili per volume e combinazione ma comunque minimalisti con pareti e mobili dipinti uniformemente in attualissimo grigio, il colore che sembra caratterizzare questi ultimi anni. Il via vai della scenografia muove il musical e non s'interpone tra gli a solo ed i cori dei personaggi. L'uso delle luci al neon, il minimalismo, la velocità e la quantità delle diverse ambientazioni attualizzano e danno rilevanza alla scenografia che diventa essa stessa racconto. Fino a disputare o a condividere la palma del miglior contributo nella migliore scena del musical.

Rosalie Craig Bobbie Richard Fleeshman Andy Brinkhoff Mogenburg
Rosalie Craig (Bobbie) Richard Fleeshman in Company (Andy) Foto Brinkhoff Mogenburg

Dicevo dello scambio dei personaggi che risulta convincente nella sua attualizzazione. Per questo la ciliegina dello spettacolo è l'aver reso omosessuale la coppia, Jamie e Paul, che si sta preparando per la funzione del matrimonio. Ma Jamie comincia ad aver dubbi. Ed è qui che scatta la magia dello spettacolo. La nevrastenia di Jamie si ripercuote sulla scena: gli amici fuoriescono oltre che dalle numerose invisibili porte, da tutti i mobili: tavoli, credenze, frigorifero, ed anche dalla torta a tre piani creando un gioco illusionistico di pare e scompare in tutt'uno coll' a solo dell'attore piegato in due dalla paura del matrimonio, angolare nel suo terrore. Un pezzo di bravura che può sì ricordare Feydeau e le farse, ma più forse per la capacità acrobatica il Théâtre de Complicité di Simon McBurney che come si vede ha fatto scuola nel teatro del Regno Unito e non solo.
L'ironia, permessa dall'attualizzazione, investe di nuovo significato Company. Per esempio le amiche di Bobby del musical originale sono ora gli amici di Bobbie, trovati sul sito appuntamenti in rete. La loro caratterizzazione al maschile è ilare, soprattutto quando, al posto della hostess originale, il sessualmente timido e tardo pilota Andy, in una scena di castigata sessualità sul letto matrimoniale, è circondato dal va e vieni degli gli amici di Bobbie che commentando la consigliano.
In tutto questo andirivieni, il gioco coreografico è perfetto. Non un ritardo o una sbavatura, nonostante i molteplici cambiamenti e il sovente arresto delle inquadrature prima di procedere ad un'indemoniato ed accattivante ritmo di immagini. Di direbbe infatti che le immagini danzino a suon di musica.
Le voci della protagonista e soprattutto del coro sono notevoli, ma quando Patti Lupone, come Joanne, l'amica di Bobbie, è in scena, è un'altra esperienza: la sua voce riempie e domina lo spazio, facendo risuonare i ritmi di jazz e blues della musica di Stephen Sondheim.

Ultima modifica il Venerdì, 07 Dicembre 2018 10:10

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