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(LONDRA) Come far fiorire il teatro. Con il 25% di aumento nel numero di spettatori, apre un nuovo teatro ed altri seguono. -a cura di Beatrice Tavecchio

London Theatre Company Bridge Theatre. Foto Philip Vile London Theatre Company Bridge Theatre. Foto Philip Vile

Londra: Come far fiorire il teatro.
Con il 25% di aumento nel numero di spettatori, apre un nuovo teatro ed altri seguono.
di Beatrice Tavecchio

Sarà autunno, ma non per il teatro: The Bridge, il nuovissimo teatro commerciale ha aperto il 26 ottobre 2017 sulla sponda del Tamigi, ai piedi del Tower Bridge. Una posizione prestigiosa, di fianco all'uovo di vetro elicoidale, residenza del Comune di Londra. Novecento posti su tre piani scavati nelle budella di un edificio di costosi appartamenti e ristoranti. Un palcoscenico e platea modificabili, come si vedrà nei tre primi spettacoli in cartellone Young Marx, Julius Caesar e Nightfall: da palco tradizionale, a passerella centrale, a passeggiata circolare.
Nasce per volere di Nicholas Hytner e Nick Starr, che hanno lasciato il National Theatre dopo dodici anni. Hytner vi fu Direttore dal 2003 al 2015 e regista ad esempio di The History Boys, Hamlet, One Man, Two Guvnors e del film The Madness of King George, mentre Nick Starr vi fu Direttore Esecutivo dal 2002 al 2014. Quindi "i due Nick" fondano la London Theatre Company ed hanno alle spalle un piccolo numero di investitori di 'Venture Capital'. Al The Bridge presenteranno quattro o cinque nuovi spettacoli all'anno, oltre a qualche classico, dal martedì alla domenica, mentre il lunedì offrirà musica dal vivo, conversazioni su cibo, moda, politica e scienza "con lo scopo di creare cultura, costume ed un modello economico che aiuti registi, autori, sceneggiatori ed attori a lavorare in uno spazio complementare a quelli del teatro sussidiato e dei teatri commerciali del West End. La Compagnia spera quindi di aprire altri teatri a Londra, di ospitare spettacoli provenienti dai teatri sussidiati e di trasferire le proprie produzioni nel West End ed oltre."
Un nuovo teatro commerciale quindi, lontano dal West End, ma sulla stessa riva sud del Tamigi dove sorgono altri due teatri prestigiosi: il National coi suoi tre auditori di 400, 890 e 1100 posti ed il Globe shakespeariano, ma senza i loro sussidi.
Questo può solo significare che i due direttori ed i loro investitori credono che commercialmente valga la pena di investire nel teatro, ma in un teatro con valenti direttori e registi, con un programma di lavori nuovi, il che evidenzia la reperibilità di nuove valide scritture, e che il modello commerciale di teatro-sala di cultura-musica dal vivo-bar-ristorante è visto capace di far rientrare i 25 milioni dell'investimento. Il nuovo teatro non è lussuoso, i posti sono comodi ma spartani in tessuto rosso/arancio e finto cuoio su strutture di metallo, il foyer rettangolare è ampio col pavimento in legno chiaro che contrasta con le pareti in nero ed un bar che corre sul lato lungo dello spazio, cento lucine che pendono dal soffitto, una larga scala chiara che scende nella caverna tutta in nero dell'auditorio, abbastanza toilettes in rosso. Ma lo spazio interno è enorme e la maggioranza delle poltroncine sui tre livelli è disposta sulla extra lunga parete di fondo e le altre sui lati corti del trapezio della sala, così che l'angolo visivo dello spettatore è senz'altro migliore, e per un maggior numero di spettatori, che in altri teatri. La tecnologia di precisione modulare degli architetti Haworth Tompkins e di Tait Stage Technologies, incorpora nella stessa struttura, prima nel suo genere, il condizionamento, le luci, la potenza ed il sistema dati. I prezzi vanno dalle 15 alle 65 sterline, con una maggioranza di posti a 50 sterline che gratifica in tornaconto economico la innovativa sistemazione dei posti.
Nick Star, il Direttore esecutivo, mette subito l'accento sul 25 % di crescita nel numero di spettatori teatrali negli ultimi quindici anni. Nonostante l'aumento dei prezzi ed il costo relativamente alto dei biglietti, il pubblico cresce. E così i teatri nel West End continuano col restauro degli edifici, portato avanti dai loro proprietari: Mackintosh, Lloyd Webber, il Gruppo Ambassador Theatre e Nimax che nel complesso gestiscono 32 teatri commerciali. Infatti il Theatre Royal, Drury Lane, sarà restaurato con 6 milioni ad opera della stessa ditta di architetti de The Bridge Theatre. The Ambassadors sarà probabilmente ristrutturato così come lo saranno il Duke of York e l'Haymarket Theatre. Inoltre un altro nuovo teatro di seicento posti aprirà nella Charing Cross Road nel 2020.
La ripresa dell'economia teatrale è inoltre dovuta all'abbattimento delle barriere tra teatri sussidiati, amatoriali e commerciali che è via via aumentato negli ultimi quindici anni. Ora una produzione di un teatro sussidiato, National, Royal Court, Almeida theatres per esempio, ma anche dell'amatoriale Old Red Lion pub o spettacoli del Festival di Edimburgo vengono trasferiti nei teatri commerciali del West End, prima della eventuale tournée a New York e nel resto del mondo. Anche le barriere di genere teatrale sono crollate. Il National da anni mette in scena musicals di successo, genere giudicato una volta non pertinente ad un teatro nazionale, da Guys and Dolls a Les Misérables, a Stephen Sondheim's Follies ora in cartellone.

Beatrice Tavecchio

Ultima modifica il Lunedì, 27 Novembre 2017 10:56

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