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Una Cina che cambia - BEIJING di Mario Mattia Giorgetti

Piazza Tiananmen, Beijing Piazza Tiananmen, Beijing

Cari Lettori,
dopo New York, San Francisco, San Jose, Stoccolma, Bucarest, eccoci a Pechino, ribattezzato Beijing, capitale della Cina, per far conoscere dove il teatro lo vivi e racconti, venendoci. Sì, conoscere, raccontare, commentare, offrire è il nostro compito. E l'impegno non è solo quello di registrare, ma anche quello di proporre eventi, affinché la creatività dell'uomo possa sollecitare altri per un'arte allargata e condivisa.
Un viaggio nelle capitali del mondo per incontrare protagonisti dello spettacolo e intervistarli, per una reciproca conoscenza. Per questo ti chiediamo di stare vicino a Sipario.
Prossimamente: India, Giappone, Africa, Australia, Indonesia, Americhe, e altri ancora, perché, aprendo Sipario sul mondo, affermiamo, con Williams Shakespeare, che "Il mondo è tutto uno spettacolo" da vivere perché ti appartiene, per essere anche tu un protagonista. Apri gli occhi sul mondo con Sipario.


Una Cina che cambia.

Il Rivoltoso Sconosciuto in Piazza Tienanmen, Beijing

Eccolo là, il più grande palcoscenico del mondo, sulle cui lastre di pietra si sono svolte le più sconvolgenti scene dell'umanità: Piazza Tiananmen.
Là, sul perimetro quadrato, di un'area di migliaia di metri quadrati, 40 ettari, per ospitare un milione di persone, ottenuta abbattendo in passato molti edifici, i ministeri della dinastia imperiale, per dare spazio alle grandi riunioni dei capi storici cinesi, primo tra tutti Mao Zedong che annunciò la nascita della Repubblica Popolare Cinese nel 1949, e di una parte notevole di popolo "comparsa", ubbidiente, umile, disponibile, maneggevole, malleabile, plagiato, si ergono i palazzi del Potere a fare da sfondo: Palazzo della Assemblea Nazionale, Palazzo del Museo della Storia Rivoluzionaria e al centro domina il grande fallo-obelisco, il Monumento agli Eroi Popolari con messaggi -per noi illeggibili,ma uno abbiamo ce l'hanno tradotto: "Gli Eroi non muoiono mai!", firmato Mao Zedong -per la memoria dei posteri, e infine il Mausoleo di Mao Zedong.
In questo palcoscenico insolito, cuore e simbolo di Pechino e simbolo della Nuova Cina, sono passati i grandi interpreti del comunismo, a partire dal '49, da Mao Tse-Tung, a Liu Shaoqi, alla donna Soong Lhing Ling, a Yan Shangkn, fino all'attuale Xi Jinping, ma il vero potere e non era dei presidenti ma nelle mani del leader de Partito Comunista Deng Xiaoping, al potere dal 1978 fino al 1992. Questi capi erano attori capaci, carismatici, che lottavano per un proletariato da riscattare, liberare dagli imperatori autoritari dell'ultima dinastia feudale, e dettare sul libro rosso tutti i principi di una Rivoluzione Culturale.
Là, sul quel palcoscenico insolito, sono passati anche protagonisti ignoti, studenti, intellettuali, ma con la volontà di portare una voce nuova di libertà, uguaglianza, crescita, giustizia umana, come Tank Man, il Rivoltoso Sconosciuto.
Là, su quel palcoscenico insolito, ora, agiscono altri nuovi attori: giovani pacifici, fanciulle, famiglie, ragazzi, bambini, stranieri.
Nata nel 1911, (fu teatro, ne1919, di una protesta contro il Patto di Versailles che volle che i tedeschi proprietari di terre affidassero i territori ai giapponesi, poi nel 1919, per la Marcia di Unificazione del Paese, poi nel 1935, per la manifestazione antigiapponese, preludio della guerra di Resistenza) la piazza Tan'An Men diventa nota in tutto il mondo,
punto di arrivo di ogni turista occidentale e periferico di questa Cina in fase di grande trasformazione, dove il vecchio viene abbattuto, per dare spazio a grattacieli dominanti, svettanti verso il cielo, lastricati di vetro riflettente un sole appannato dallo smog, dall'aria irrespirabile; dove sui larghi marciapiedi si parcheggiano auto lussuose, accarezzate dalle mani di poveri cristi che deambulano senza meta, per far trascorre il tempo, per vincere la calura; dove si sono create due categorie sociali: i super ricchi e super poveri; dove si affaccia la dittatura del capitalismo; dove avvoltoi occidentali vengono per sfruttare la mano d'opera a basso costo, e, per contro, loro, i cinesi, invadono in silenzio il mondo con la loro mercanzia contraffatta, per offrire i loro cibi economici appetibili alle tasche di molti; dove i principi comunitari vengono abbattuti da quelli della finanza, del profitto.
Ma in questa Cina, in fase di grande metamorfosi, regna ancora fiorente la cultura del sapere, dell'arte, dei teatri, utili baluardi a questa avanzata disumanizzante del denaro ad ogni costo.


Ode al giovane Tank Man,
Rivoltoso Sconosciuto

Uno scorcio di piazza Tien An Men, 2014

Potrei cantarti come il poeta Garcia Lorca
cantò la morte del torero Ignazio Sances,
alle cinque di sera, sulla arena di sangue,
Rivoltoso Sconosciuto.

Potrei farlo, ma tu sei stato,
Rivoltoso Sconosciuto,
protagonista assoluto sul grande
palcoscenico di piazza Tien An Men.
In strada non c'era il toro irato dell'arena,
c'eri tu, con gli occhi fissi sui carri armati
che stavano incolonnati per reprimere
la rivolta degli studenti in cerca di libertà.
Solo, come torero fiero e baldanzoso,
ingaggiasti la sfida col forte guidatore.
E, salito sul muso del carro di ferro, a lui,
ponesti semplici ma umane domande.

Dove sei Rivoltoso Sconosciuto?
Sono venuto da lontano per rivedere,
in mente, quel giorno, il 5 giugno 1989,
in Tien An Men quel che il mondo vide:
tu, solo, come Golia di fronte al Gigante,
senza fionda, ma con sacco e giubbotto:
li tenevi in mano, come armi di pace.

E nel tempo di fine luglio 2014,
afoso, soffocante, il vero Potere assoluto,
di fronte ai poderosi edifici del Comando,
posti ai bordi e bardati a festa da arazzi,
ho rivisto, in silenzio, quegli atroci eventi,
che insanguinarono la grande piazza
e furono la svolta della gente oppressa.

Ho poggiato i piedi proprio lì, dove tu
-attore principale degli umani cinesi,
dal volto negato, ancora sconosciuto,
come i giorni dei tuoi anni nascosti-
li posasti con coraggio inconsapevole,
gesto potente da assurgere a simbolo.

Dove sei?
Sei vivo ancora in una gabbia
di un Potere che ha tremato
e non ha colto il segno di pace?

Cosa dicesti al guidatore del carro
che si fermò davanti a te, Tank Men?

Tank Man, sono queste le tue parole?
"Che ci fate qui? Voi siete la causa
di queste nostre proteste, non disordini!
Lasciateci in pace! E liberi i miei fratelli!"
E lui, fuori dalla torretta, cosa rispose?
Mai potrai dirmelo, Tank Man.

Lo vedo tornare nella "carlinga di morte",
e cercare di superarti, girandoti attorno,
come il toro folle nella arena di sangue;
solo lo affrontasti, ponendoti da torero.

Se sei morto, dove sono le tue ossa?
Vivo avresti incoraggiato gli oppressi.
Ti cerco, ora, in un recinto di ferro,
nel cimentato teatro di Tien An Men,
tra pigra folla accaldata, corsa qui
per il rito fotografico: immortalarsi
sul palco dei massacri del Potere,
e prima ancora delle marce e canti
della rossa Rivoluzione Culturale,
e prima dai comizi di Mao Tse Tung.

Ora, gioiosi, giocano bimbi ignari;
e giovani sposi, forse, non sanno
del giovane Rivoltoso Sconosciuto.

Ora, su pietre roventi,
girano insistenti venditori di foto ricordo e varia mercanzia.
E poliziotti-mummie si fanno ammirare
nella immobilità, ma protetti dalla calura.

Turisti bramosi superano i controlli,
mostrano, intimiditi dai tanti agenti
della Sicurezza, loro certi documenti.

Ti cerco per dirti parole ammirate,
attore principale del popolo cinese,
Rivoltoso Sconosciuto, Tank Man,
e grazie a te è cambiato il mondo.

E grazie a te, Rivoltoso Sconosciuto,
che in questa piazza, ora i bimbi saltano
e passeggiano coi loro genitori tranquilli,
sereni,come se qui nulla fosse accaduto.

Ti cerco, invano, tra moltitudine distratta.
E ti lodo come torero di pace e d'amore.

Ultima modifica il Lunedì, 22 Settembre 2014 11:49

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