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Teatro "Astana Opera" - "Notre Dame de Paris" di Petit travolge il numeroso pubblico

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Teatro "Astana Opera"
"Notre Dame de Paris" di Petit travolge il numeroso pubblico

È arrivato il momento di fare una riflessione sul successo di "Notre Dame de Paris" di Victor Hugo, da cui Roland Petit nel 1965, in pieno fermento rivoluzionario da parte della comunità francese, prende lo spunto per montare uno spettacolo di balletto a dir poco rivoluzionario, sia per il linguaggio innovativo innestato nella coreografia, sia per la struttura drammaturgica dell'intero impianto dell'opera, sia per i valori emblematici attribuiti ai protagonisti: Quasimodo, Esmeralda, Frollo, il capitano Phoebus e al Popolo francese.
"Notre Dame de Paris" non narra solo la tragica storia d'amore tra il brutto Quasimodo e la gitana Esmeralda; narra anche le tensioni sentimentali che la gitana solleva nell'animo dell'alto Prelato Frollo e il Capitano delle guardie francesi. Tensioni che mettono uno contro l'altro e che determinano una vera tragedia sul campo: la Chiesa vince il Sistema militare: Frollo uccide il Capitano Phoebus; la Chiesa condanna Esmeralda all'impiccagione per il suo amore libero e distribuito a piene mani sia al Capitano, sia all'animo di Quasimodo, simbolo dell'uomo al servizio di un sistema verticistico ed autoritario come la Chiesa.
Quasimodo strozza Frollo a dimostrazione che gli umili possono vincere la prepotenza del potere di qualsiasi natura esso sia; Quasimodo libera Esmeralda, ormai cadavere, dalla corda che l'ha uccisa, e, prendendola come corpo morto tra le braccia, inizia un cammino di speranza, faticoso, attraversando un popolo in lutto e ormai a terra, sentendosi sconfitto, fino ad arrivare ad un punto dove sta sorgendo il Sole.

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La parabola allegorica che Petit conferisce al suo spettacolo è talmente evidente che non sempre emerge chiara al pubblico che viene travolto invece dalla carica energica dei gitani che, uniti, proteggono Quasimodo come loro eroe, difendendo Esmeralda dalle aggressioni fisiche di Frollo.
La coreografia creata sui corpi del popolo è così nuova che coinvolge, come si è detto, i sentimenti del pubblico: niente passi di danza, ma una sommatoria di segni quotidiani che appartengono ai comportamenti dei comuni mortali: mani che vibrano, camminate che segnano il passo, individui che si scompongono dal corpo unico del gruppo per esprimersi in singole espressioni, inginocchiamenti, bracci sollevati, gambe levate in alto, e poi corse minacciose. Come si vede un linguaggio apparentemente scomposto, quasi marionettistico, ma sostenuto da ritmi incalzanti.
Mentre per i "duetti d'amore", Petit ricorre al linguaggio classico, molto creativo, che fa appello alla danza. Per la successione dei quadri Petit cede un po' nella seconda parte che si apre con un "assolo" di Quasimodo alle prese con il suo lavoro di campanaro, per poi incontrare Esmeralda che le esprime il suo umano amore; poi arriva il Capitano di cui lei è innamorata; sopraggiunge, quindi, l'invidioso e prepotente Frollo che uccide il suo rivale in amore: tre quadri che seguono l'alta tensione lasciata alla fine del primo atto, ma, per la loro lunghezza, rischiano un cedimento di tensione, che subito si risolleva con l'entrata del popolo in lutto che assiste all'esecuzione dell'impiccagione di Esmeralda.

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Lo spettacolo in sé, ricco di ritmi sostenuti, vibranti, con tanto di Coro, conquista i cuori del pubblico più che per i singoli protagonisti (che se non scelti bene per le caratteristiche dei personaggi-simbolo, rischiano di non essere credibili), per l'emotività che genera l'insieme del Corpo di ballo, interprete del popolo gitano.
L'edizione presentata al Teatro Astana Opera ci ha consegnato questo risultato: ovazione ripetuta a lungo da parte del pubblico che ha esaurito ogni ordine di posti (ben 1250), con tante successive chiamate. Un successone dovuto grazie al lavoro collettivo di Luigi Bonino, Gillian Whittingham, Jean Michel Désire, Philippe Binot, ciascuno nel rispettivo ruolo.
Si parla di una eventuale ripresa nella prossima stagione o al Bolshoi di Mosca o al Marinsky di San Pietroburgo.

Ultima modifica il Sabato, 02 Luglio 2016 09:50

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