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Ravenna Festival 2017: 
IL RUMORE DEL TEMPO 
25 maggio – 22 luglio

Ravenna Festival 2017

IL RUMORE DEL TEMPO

25 maggio – 22 luglio



La XXVIII edizione del Festival, dal titolo IL RUMORE DEL TEMPO,  dopo il ricordo della Grande Guerra nel centenario del 2014 e la dedica a Mandela e alla difesa dei diritti civili nel 2016, esplora un altro formidabile evento del secolo breve: "i dieci giorni che sconvolsero il mondo" – nella definizione del giornalista John Reed – sono quelli dell'ottobre 1917, che vide la caduta dell'Impero degli zar e l'ascesa al potere dei bolscevichi. Una radicale sovversione, animata da energie troppo a lungo represse, che fu anche un gigantesco laboratorio in cui elaborare la grammatica della modernità. Troppo presto, però, le speranze suscitate cedettero il passo alla disillusione del totalitarismo con l'aprirsi di quella che Osip Mandel'stam definì "epoca dei lupi". Allora, il lacerante rapporto tra intellettuale e potere è uno dei temi del Festival, che nella vicenda di Šostakovič trova il caso più noto e dibattuto. Da qui "Il rumore del tempo", titolo condiviso dal romanzo di Julian Barnes, dedicato alle vicende umane e artistiche del compositore e da una raccolta di prose brevi di Mandel'stam.

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Il centenario della Rivoluzione Russa offre l'opportunità di un fil rouge che si dipana fra rivoluzioni musicali ed espressive - a partire dalla prima italiana dell'opera futurista "Vittoria sul sole" di Aleksej Krucˇënych, con musiche di Matjusin e scene e costumi di Kazimir S. Malevič e dalla commissione al gruppo ErosAntEros, che con "1917" ridà invece voce a coloro che cantarono la Rivoluzione, ricostruendone la gioia per l'avvento di un tempo nuovo, le musiche dal vivo sono tratte dal Quartetto n. 8, una delle opere più amare e viscerali di Šostakovič, ed eseguite dal Quartetto Noûs, che si esibirà anche in occasione dell'introduzione curata da Fausto Malcovati, storico e profondo conoscitore della cultura russa, che a poche ore dal debutto dialogherà con i protagonisti sulle fonti dello spettacolo. 



Svetlana Zakharova Photo by Vladimir FridkesC1 A4 1

Nel variegato e vastissimo cartellone del Festival non mancano il rituale tributo a Dante Alighieri, i concerti nelle basiliche bizantine (tra gli altri i due omaggi alle sonate per violino di Corelli e i tributi a Monteverdi nel 450°), i grandi protagonisti della musica sinfonica (Bychkov, Slatkin, Dantone, Valcuha, Termikanov e Muti; tra i solisti Thibaudet, Mutter, Sollima, Fray e Matsuev) e della danza (Dubois, Shohana Jeyasingh Dance, Balletto di Cuba e Svetlana Zakharova), importanti occasioni dove la musica incontra il grande cinema in bianco e nero, ma anche i colori di una terra straordinaria come l'India. Cuore del "Passaggio in India" che impreziosisce quest'edizione e oggi la più importante kermesse di musica classica indiana che si tenga fuori dell'India, il Darbar Festival si sposta per la prima volta da Londra e porta a Ravenna la più antica e longeva tradizione musicale esistente, grazie a un'intensa tre giorni di concerti, dimostrazioni di stili e strumenti e sessioni di hatha yoga. 



Material MenChris Nash  Dancer Shailesh Bahoran 1

Cuore dell'omaggio a Dante Alighieri è "Inferno" di Marco Martinelli ed Ermanna Montanari, la colossale produzione commissionata dal Festival al Teatro delle Albe che inaugura la manifestazione giovedì 25 maggio e che per 34 giorni accompagnerà gli spettatori nei paesaggi danteschi in una sorta di "itinerario dello spettatore" - in vari luoghi e con più performance - attraverso l'infero dantesco nella città che ha accolto il poeta. Undici i cori formati da oltre 700 cittadini ravennati che hanno risposto alla chiamata pubblica per lo spettacolo e che sono al fianco degli attori e delle guide del Teatro delle Albe all'interno di un Teatro Rasi, ex convento delle clarisse, completamente trasformato. Nell'Inferno delle Albe Dante sarà lo spettatore, che farà un viaggio fisico e spirituale (come Dante) attraverso i gironi infernali. E se il Dante "figura" è lo spettatore, il suo Virgilio, la sua guida, lo attenderà al sepolcro del Sommo Poeta, nel cuore del centro storico di Ravenna, dove la rappresentazione avrà inizio: qui lo spettatore sarà infatti accolto da una enigmatica coppia di "custodi" di quello spazio (gli stessi Ermanna Montanari e Marco Martinelli) e dal "coro dei cittadini".



Info : tel. 0544 249244 - www.ravennafestival.org

 

Ultima modifica il Lunedì, 07 Agosto 2017 01:15

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