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Cristina Comencini

Cristina Comencini Cristina Comencini

Nasce a Roma nel 1956. Cristina Comencini, una regista, nonché notevole sceneggiatrice, che ha saputo frugare nel baule delle anime dei suoi personaggi, sfiorandone lo sviluppo affettivo e raccontandolo con un talento visionario, già dimostrato in pellicole come: Va' dove ti porta il cuore, Il più bel giorno della mia vita e La bestia nel cuore.

Figlia del regista Luigi Comencini e di Giulia, figlia della principessa Grifeo di Partanna, sorella di Francesca (regista e sceneggiatrice) e Paola (costumista) Comencini, esordisce come attrice nel 1969 diretta dal padre in Infanzia, vocazione e prime esperienze di Giacomo Casanova, veneziano, accanto a Tina Aumont e Maria Grazia Buccella. Non propriamente attratta dal lavoro di interprete, dopo la laurea in Economia e Commercio, collabora a lungo con papà Comencini in veste di sceneggiatrice, infatti la sua firma appare (di solito affianco a quella di Suso Cecchi D'Amico) in opere come i televisivi Cuore e La Storia o il lungometraggio Buon Natale... Buon anno del 1989.

Ed è proprio nel 1989 che firma (con Federico Caffè) il suo primo film Zoo, con la debuttante Asia Argento, una fiaba lieve e aggraziata sulla figlia di un guardiano notturno di un zoo che diventa amica di uno zingarello. Passando poi al più impegnato I divertimenti della vita privata (1992) con Giancarlo Giannini e Vittorio Gassman, cui seguirà il sibillino La fine è nota (1992) tratto dal romanzo omonimo di Geoffrey Holliday Hall, con un cast eccezionale: Fabrizio Bentivoglio, Carlo Cecchi, Valérie Kaprisky, Mariangela Melato e Valeria Moriconi. Poi arriva il suo primo successo al box office: Va' dove ti porta il cuore (1995), trasposizione cinematografica del best-seller di Susanna Tamaro. È con questa pellicola che la Comencini comincia ad accostarsi a quelle che sono le ragioni del cuore e della carne, seguendole poi anche nei successivi film - Matrimoni (1998) e Liberate i pesci! (2000) – ma in maniera più leggera e andando incontro alla commedia.

Nel 2002, dopo essere stata apprezzata anche come scrittrice di romanzi ("Pagine strappate" 1991, "Passione di famiglia" 1994", "Il cappotto del turco", 1997 e "Matrioska", 2004), ritorna alla regia con Il più bel giorno della mia vita (2002) che scava sulla sessualità di una comune famiglia borghese, estraendone la complessità e la crudeltà del pensiero. Vince il prestigioso Nastro d'Argento per la migliore sceneggiatura, che è niente in confronto alla nomination all'Oscar come miglior film straniero per La bestia nel cuore (2005), da tutti considerata la sua opera migliore, che premierà – fra l'altro – con la Coppa Volpi l'interprete femminile protagonista: Giovanna Mezzogiorno. Anche qui la famiglia è al centro di un'analisi ben precisa, con la storia di una doppiatrice che scopre gli abusi sessuali subiti in età infantile da parte del padre. Contrassegnato da aspre critiche clerico-fasciste, il film è meritevole di lode.

Notevole anche nelle regie teatrali, esordisce sul palcoscenico nel 2006, dirigendo il femminile "Due partite", tratto da un testo scritto di suo pugno e interpretato da Margherita Buy, Isabella Ferrari, Marina Massironi e Valeria Milillo.

Ultima modifica il Sabato, 22 Giugno 2013 16:00
La Redazione

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